martedì 28 giugno 2011

Il sogno di Kate

Erano già trascorsi alcuni minuti dall'arrivo del taxi. Mentre frugava nel cassetto per trovare le chiavi di casa, un pensiero improvviso attraversò la sua mente. Impetuoso, le balenò il ricordo di un lontano colpo di fulmine, quando scorse tra i fogli nel cassetto una fotografia ingrandita di lei adolescente: sorriso radioso, al centro di una folta chioma dorata, ravvivata dal rosso della sua maglietta preferita. Si sentì invasa da una magnetica energia vitale, una ventata d'aria fresca, un anticipo di primavera! Le si visualizzarono davanti agli occhi cerulei i suoi ventinove anni di vita, trascorsi freneticamente, senza sosta, a rincorrere treni, speranze, personaggi da intervistare e amori... Il condensato delle sue esperienze di viaggio si concretizzò in un quadretto dai colori ormai sbiaditi, circondato da una cornice di minuti intensi.
Kate si ravvedeva ora, risvegliata dal suono ripetuto del taxi, di quanto il ritmo veloce della sua vita non le avesse lasciato mai il tempo per riflettere, per capire bene quel che stava facendo, per rendersi conto di ciò che veramente desiderava. Decise di dar voce a se stessa, di ascoltare la propria coscienza, così abbandonò l'idea di partire per raggiungere la sua metà, come accadeva di consueto ogni week end. Incurante delle valigie già preparate, del biglietto del treno acquistato e soprattutto della fedele attesa di David, aprì la porta e scese sicura le scale del palazzo, per avvertire il taxista del suo cambiamento di programma.
Anche se il curato trucco del volto e l'attraente tacco di vernice nera delle scarpe la tradivano, accennò all'autista infastidito:
<< Mi scusi per l'attesa, ma annullo la corsa. Mi è sopraggiunto un forte mal di testa, che mi impedisce di uscire. Ecco i soldi per il tragitto che ha fatto fin qua. >>
<< Si figuri, Miss Pemberton, la conosco ormai da un po' e non mi permetto di accettare il suo denaro. Piuttosto si riguardi! Arrivederci, a venerdì prossimo! >>
<< Grazie, è molto gentile! Arrivederci. >>
Rientrata nel suo attico, Kate Pemberton, giornalista in carriera, appassionata di nuoto, esperta di cinema, invidiata dalle donne per il suo aspetto e le sue fortune, oltre che fidanzata ufficialmente con un elegante industriale londinese, si lasciò cadere sul divano. Apprezzava adesso la comodità della posizione distesa, la tranquillità della sua dimora al tramonto, il silenzio di lei sola con se stessa e la libertà di sentirsi svincolata da orari e impegni. Riguardando quella foto che l'aveva messa in discussione, si trovò di fronte ad un'altra persona. Si sentiva invecchiata anzichè cresciuta, rattristata più che maturata, conforme alla società invece che spontanea come in quell'immagine.
Ai tempi del liceo era Kate, l'invincibile Kate, resa ancora più forte da quell'amore, il suo primo amore, un tuffo al cuore ogni volta che vedeva quel coetaneo con i capelli scomposti, ma col passo equilibrato, che la teneva stretta per mano e le sussurrava delicatamente la canzone del loro incontro.
<< Non ci posso credere, Kevin: noi due stiamo insieme! Mi sembra un sogno! >>. << Un bellissimo sogno che è realtà! >> - si ripetevano stando abbracciati sull'erba, finchè i petali delle margherite non convalidavano la loro storia con: “ M'ama! ”.
La relazione che invece durava da otto anni tra lei e David aveva perso quella passione, quella gioia, quel rosso acceso imprigionato nella foto. O forse non era mai nata sotto la stella del vero amore? Nel frattempo Kate si era fatta donna ed aveva chiuso la porta del cuore, dando retta soltanto alla ragione? Aveva così visto in David l'uomo che l'avrebbe tenuta sotto braccio e non più il fidanzatino che la prendeva per mano? Riteneva di essersi innamorata più delle chiacchiere della gente su David, piuttosto che di David stesso? Oppure doveva sentirsi in colpa per non aver curato abbastanza il loro rapporto, come faceva al contrario con le piante sul balcone? E da ultimo, la attraeva maggiormente l'idea di trascorrere i fine settimana a Londra, metropoli all'avanguardia, anziché stare insieme al suo boyfriend, sempre uguale a se stesso?
Tutti questi interrogativi assillanti le svisceravano profondi dubbi latenti, polverosi strati d'opaco, oscurate emozioni perse alla deriva dei suoi pensieri di adulta.
Coccolata dai cuscini di stoffa bianca, come cullata da nuvole d'ovatta, Kate poteva adesso respirare, fermarsi e custodire le lancette del tempo per riflettere su lei e David, sul senso della loro coppia, per tracciare un bilancio sul livello del loro amore. Si stupì del fatto che fosse la prima volta in cui valutava la sua storia d'amore: non l'aveva mai fatto prima, almeno così da vicino, con una lente che ingrandiva i motivi, le spinte e gli ingranaggi della complessa macchina sentimentale.
Quando là fuori si erano accese le luci dei lampioni, il suo cuore era spento. Le tinte rosse dello stratosferico amore adolescenziale si erano cancellate, ma anche quelle rosa dei mesi iniziali insieme a David erano gradualmente sfumate, fino a svanire nel nulla. Tra le fragili dita di Kate erano scomparsi i petali delle margherite galeotte, mentre restavano tulipani appassiti con la testa inclinata e foglie ingiallite dall'autunno. La giovane donna si rese conto che era arrivato il momento di cambiare, di tagliare i fili col passato, di uscire dal torpore cieco e silenzioso nel quale aveva vissuto ormai troppi anni, per riacquistare consapevolezza, vivacità e felicità primaverili. Non aveva più senso stare ancora insieme al facoltoso, serio ed ingessato imprenditore quarantenne, semplicemente perchè lei aveva subìto otto anni fa il fascino superficiale della bella vita a bordo di Porsche e Maserati, che rombavano superveloci verso feste mondane, locali alla moda e hotel di lusso. Forse avrebbe dovuto interrompere molto tempo prima il tran tran con David, ma a tratti veniva turbata dalla paura di soffrire la solitudine, senza un compagno vicino, lontana dall'utopistico progetto di costruirsi una propria famiglia...
<< The rhythm is magic, là là, the rhythm is magic, là là là là! >> la suoneria del cellulare di Kate, impostata su “disco music” la fece sobbalzare, catapultandola d'istinto dalla condizione di eterno benessere al fastidioso stato di agitazione. “Oh, David si sarà preoccupato!” pensò. << P- P- Pronto? >>
<< Parlo con Kate Pemberton? >>
<< Sì! Chi parla? >>
<< Buonasera, sono un agente dello studio fotografico Dream. La contatto per sapere se lei sarebbe disponibile per un'intervista in un matrimonio da sogno. >>
<< Mah, non so... >>
<< Ah, scusi, non mi sono presentato. Io sono Kevin Smith. >>
<< Cosa?!? Ho capito bene? Kevin Smith? >>
<< Ora che mi ha riconosciuto possiamo darci anche del “tu”. >>.