lunedì 30 novembre 2009

RACCONTO DEL MISTERO N. 3

In quella tarda sera d'inverno fredda e tempestosa Amanda Smith salì di corsa, sola e trafelata, sulla sua auto. Era una modesta utilitaria grigia, ma offriva una buona comodità alla guida e la faceva sentire al sicuro, in un caldo posto riparato.
Amanda tornava da una estenuante riunione di lavoro, protrattasi oltre il previsto e nella quale erano stati valutati soltanto i pareri del direttore dell'azienda e del suo fedelissimo vice.
Finalmente dentro all'automobile, la giovane donna, messa la borsa piena di fogli sul sedile accanto, si affrettò a premere il pulsante di chiusura delle portiere. Infilò poi la chiave nell'apposito spazio del quadrante e si dette una veloce occhiata allo specchietto.
Un istante dopo le sorse un dubbio: quello che aveva visto riflesso era proprio il suo viso? Le era sembrata troppo pallida la sua pelle e troppo sfibrati i suoi capelli, nonostante si sentisse stanca e fosse tardi.
Allora, con cautela, avvicinò di nuovo il volto allo specchietto e.........restò ipnotizzata! Un'ombra lucente, una figura incompiuta, un viso come trasparente, era ciò che Amanda vedeva. Un'ansia pungente l'assalì, una paura lacerante le spalancò gli occhi, brividi di ghiaccio le scivolarono per il corpo! Il tremore ed il pianto, sempre più intensi, la paralizzarono all'interno di quella macchina che ora riconosceva come estranea, come una prigione di ferro.
Quando Amanda trovò la forza per voltarsi verso l'immagine misteriosa, questa, come un fantasma sospeso, volò fuori attraverso il finestrino posteriore appena aperto.
La donna non capì.
Passati diversi minuti, l'auto iniziò un moto lento, accompagnata per i primi metri di viaggio dalla potente luce di un alto lampione del parcheggio.

mercoledì 25 novembre 2009

SI APRANO LE DANZE!

Gli scandali di Berlusconi e delle sue escort (per usare un termine ultimamente ripetuto e “professionale”) sono stati in Italia un trampolino di lancio a retroscena orribilanti nella vita privata di personaggi pubblici.
Le notizie-bomba che sono circolate su riviste e giornali, le rivelazioni di imprenditori che hanno organizzato incontri galanti e le testimonianze dirette delle “nobildonne” protagoniste di festini, hanno soddisfatto la curiosità della gente qualunque, portando alla luce fatti inconcepibili per una sana morale!
Se Berlusconi è stato l'apri-pista, altri uomini politici italiani sono ora indagati dalla giustizia ed altri, in numero maggiore, sono in fase d'indagine, per aver trasgredito la morale del buon esempio, per aver compromesso la loro immagine pubblica, per aver perso la lucidità mentale necessaria a governare e per esser scesi ad un livello bassissimo di condotta personale che è incompatibile col ritratto del filosofo pensante e dell'uomo agente, da bravo pater familias.
Fare politica in quest'odierna Italia è un po' come partecipare ad una festa danzante, dove i padroni di casa ed i migliori ballerini, con sembianze politichesche, aprono le danze con piroette d'effetto, esibizioni ricercate e balletti di gruppo, trascinando gli invitati in una baldoria senza fine, con un trenino che ondeggia sulle note di musiche caraibiche e che va, va, va.................. !

venerdì 13 novembre 2009

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

Il 9 novembre di venti anni fa venne abbattuto il muro di Berlino, simbolo della Cortina di ferro che, oltre ad impedire il passaggio da Berlino Est a Berlino Ovest, divideva l'Europa in due zone d'influenza politica: quella controllata dall'URSS e quella guidata dagli USA. Fu il leader del Partito Socialista Unitario della Germania a darne l'annuncio in televisione: “Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco”. Gli Stati alleati in questione, Ungheria e Cecoslovacchia, facenti parte del Blocco orientale o sovietico, promossero nel 1989 delle dimostrazioni di massa contro il governo della Germania dell'Est e concessero il transito di treni nazionali verso Berlino, rompendo alcuni punti di passaggio del muro.
Le reazioni di questi due Paesi furono emblematiche di una situazione sociale di malessere diffusa nell'Est europeo, prigioniero della collettivizzazione forzata dell'agricoltura, della repressione dell'industria e del commercio privati e della mancanza di risorse da investire. Il muro, quindi, significava un blocco coatto dell'esodo dall'Est all'Ovest, dal regime comunista al sistema ideologico e politico-economico liberista. Per riuscire in questa impresa i soviet russi costruirono, a partire dalla notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, una barriera in cemento armato e filo spinato, che nel tempo raggiunse l'altezza di 3,60 m. e la lunghezza di 155 Km. distribuiti per 192 strade di Berlino; il muro venne inoltre rinforzato con altri strati e con la “striscia della morte” all'interno: una zona protetta da trincee anticarro, torri di guardia e cecchini armati.
Durante i ventotto anni di resistenza del muro, le persone uccise furono 239, quelle ferite 850 e quelle arrestate molte migliaia, mentre cercavano tutte di superarlo per riappropriarsi delle proprie libertà, per ricongiungersi con amici e familiari, per continuare a lavorare o a studiare nella zona occidentale di Berlino, per riacquistare i diritti inalienabili degli uomini.
La Germania risulterà ufficilamente riunificata, riconquistando la sua unità nazionale, il 3 ottobre 1990.
Nel commemorare il ventesimo anniversario della caduta del muro, di fronte alla Porta di Brandeburgo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto comunque presente che la riunificazione della Germania non è ancora del tutto completata, poiché la parte orientale ha un tasso di disoccupazione doppio rispetto alla parte occidentale, proprio in seguito alle loro differenze strutturali.
Il Parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà”, evento-simbolo per la liberazione di Paesi oppressi ed auspicio di democrazia per le popolazioni soggette al totalitarismo. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha poi commentato questa giornata di ricordo come la fine degli schemi ideologici del '900 e l'inizio della seconda Repubblica, anche se viene da riflettere sugli altri muri che affliggono l'umanità: i muri della fame, della povertà, delle malattie, dell'odio, dell'indifferenza e delle guerre attualmente in corso, ma di cui non si parla.

mercoledì 4 novembre 2009

4 NOVEMBRE 1966: L'ALLUVIONE DI FIRENZE

Era il 4 novembre 1966, precisamente 43 anni fa, quando Firenze e molte altre città toscane attraversate dal fiume Arno furono colpite dall'alluvione.
Dai racconti di nonni, di genitori e di quanti si trovarono per caso testimoni di questo tragico evento naturale, sono venuta a conoscenza di come l'irruenza incessante dell'acqua pluviale, sommata a quella del fiume in piena, avessero trasformato i contorni dei paesaggi e la vita delle persone. Nessuno dei presenti poteva immaginarsi quanto videro i loro occhi e ascoltarono le loro orecchie: l'argine di Pontedera diviso a metà, gli alberi spezzati e crollati a terra, le abitazioni private e gli edifici pubblici invasi dall'acqua alta fino a diversi piani, il black out elettrico, le strade chiuse al traffico, ondate massicce di acqua e fango per le strade, le urla di paura e d'incredulità! Il tutto, per la forza potente e turbolenta dell'acqua, che durò due giorni e due notti consecutivi!
Ci vollero poi mesi di lavori per ripulire, riordinare, ricostruire e ristrutturare case, negozi, oggetti, libri, strade, ponti, pitture, sculture ed architetture, che furono recuperati da molti volontari, gli "angeli del fango", brava gente del posto e no.
Una data come questa, quindi, non può essere dimenticata da chi vive in Italia, in Europa e tanto più in Toscana, anche se corrisponde ad un'esperienza non vissuta e non è contenuta nei libri di testo. Un fatto come questo, che ha colpito nel dolore diverse comunità, è una pagina di storia locale da ricordare per non dimenticare, per dare un senso al passato nella nostra vita presente.

martedì 3 novembre 2009

L' ANNIVERSARIO DELLA PRESIDENZA OBAMA

Domani, 4 novembre, ricorre il primo anno di governo degli Stati Uniti d'America da parte del democratico Barack Obama, vincitore delle elezioni politiche contro il repubblicano John Mc Cain.
Nel suo discorso di accettazione della nomina a Presidente, Obama affermò: “Siamo qui perchè amiamo troppo questo Paese per permettere che i prossimi quattro anni siano come gli ultimi otto.”
Si dirà di lui che è il 44° presidente USA ed il primo ad essere afro-americano, di colore, nella storia degli Stati Uniti.
Non si diranno abbastanza, invece, notizie importanti su di lui. Per esempio, che ha fatto del motto della sua campagna presidenziale, Yes, we can!, una filosofia di vita tradotta in pratica quotidiana, ancorata già nel suo primo disegno di legge durante il 109° Congresso: l'aumento delle borse di studio Pell Grant, per aiutare studenti di famiglie a basso reddito a pagare le rette universitarie (anche se non è stato mai votato dal Senato).
Un'altra legge di portata sociale firmata da Obama, in questo anno da Presidente, è quella sull'omofobia, per aumentare l'uguaglianza tra gli uomini e creare una società più unita e solidale, a differenza di quanto ha sostenuto la Destra italiana. Adesso, negli USA, qualsiasi attacco contro una persona per i suoi orientamenti sessuali o per la sua identità sessuale, è un reato federale, equiparando le discriminazioni contro gli omosessuali a quelle dettate dall'odio razziale.
Un intervento legislativo degno di un Presidente attento agli effettivi bisogni del suo popolo è stato il Piano Sanità, secondo cui si prevede una copertura sanitaria per altri 36 milioni di americani attualmente non assicurati, per giungere al traguardo finale: la creazione di una compagnia assicurativa pubblica, che competa sul mercato privato.
Sempre per mantenere uno stretto legame col suo popolo, ogni sabato Obama scrive il suo comunicato settimanale sul sito della Casa Bianca, in cui illustra e spiega ciò di cui la sua amministrazione si sta occupando. Questo comunicato, che tratta tutti gli argomenti divisi per categorie (diritti civili, economia, educazione, energia, famiglia, salute, immigrazione, povertà, servizi, tecnologia, donne, etc.) si può inserire in una pagina personale di un social network come Facebook e Myspace.
Anche in politica economica Obama ha dimostrato di saper valere, portando l'America al termine della recessione, con una crescita nel terzo trimestre del 3,5% del PIL, dopo un anno che questo era in caduta.
Un'ulteriore differenza tra l'attuale Presidente Obama ed il suo predecessore Bush Jr., si evince dal coraggio che Obama ha dimostrato nel saluto militare davanti alle bare dei soldati morti in Afghanistan – cosa che Bush ha spesso voluto nascondere – anche se non ha mai indossato un'uniforme.
A conclusione del primo anno da Presidente, precisamente il 9 ottobre, Obama ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace dal Comitato di Oslo, concorde all'unanimità, con la seguente motivazione: “Per il suo straordinario impegno nel rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli, in relazione al suo tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo costruttivo col Medio Oriente.” Al di là delle critiche su questa assegnazione, considerata precoce e meritevole delle buone intenzioni di Obama, più che dei risultati, va sottolineato come il Presidente stesso sia apparso sorpreso di fronte alla notizia, accogliendola in maniera umile. Anche Nelson Mandela ed i presidenti Roosvelt e Carter, in qualità di uomini politici, ricevettero i Nobel per la Pace.
Sperando che il Nobel ad Obama sia realmente meritato, in vista di un futuro mondiale migliore, porgo un augurio personale al Presidente, affinchè continui a governare gli Stati Uniti d'America con la decisione, la solidarietà, il coraggio e la coerenza che ha dimostrato finora!