lunedì 30 novembre 2009

RACCONTO DEL MISTERO N. 3

In quella tarda sera d'inverno fredda e tempestosa Amanda Smith salì di corsa, sola e trafelata, sulla sua auto. Era una modesta utilitaria grigia, ma offriva una buona comodità alla guida e la faceva sentire al sicuro, in un caldo posto riparato.
Amanda tornava da una estenuante riunione di lavoro, protrattasi oltre il previsto e nella quale erano stati valutati soltanto i pareri del direttore dell'azienda e del suo fedelissimo vice.
Finalmente dentro all'automobile, la giovane donna, messa la borsa piena di fogli sul sedile accanto, si affrettò a premere il pulsante di chiusura delle portiere. Infilò poi la chiave nell'apposito spazio del quadrante e si dette una veloce occhiata allo specchietto.
Un istante dopo le sorse un dubbio: quello che aveva visto riflesso era proprio il suo viso? Le era sembrata troppo pallida la sua pelle e troppo sfibrati i suoi capelli, nonostante si sentisse stanca e fosse tardi.
Allora, con cautela, avvicinò di nuovo il volto allo specchietto e.........restò ipnotizzata! Un'ombra lucente, una figura incompiuta, un viso come trasparente, era ciò che Amanda vedeva. Un'ansia pungente l'assalì, una paura lacerante le spalancò gli occhi, brividi di ghiaccio le scivolarono per il corpo! Il tremore ed il pianto, sempre più intensi, la paralizzarono all'interno di quella macchina che ora riconosceva come estranea, come una prigione di ferro.
Quando Amanda trovò la forza per voltarsi verso l'immagine misteriosa, questa, come un fantasma sospeso, volò fuori attraverso il finestrino posteriore appena aperto.
La donna non capì.
Passati diversi minuti, l'auto iniziò un moto lento, accompagnata per i primi metri di viaggio dalla potente luce di un alto lampione del parcheggio.

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