lunedì 29 settembre 2014

LA MIA ISOLA L'Isola d'Elba

Cavalco le onde,/ in un viaggio del mare,/ per giungere a te,/ isola mia!/ La brezza salmastra,/ fresca e pura,/ solleva il mio spirito/ in una danza di gioia./ Volo leggiadra/ come gabbiano dalle ali aperte/ sui tuoi dolci profili/ sedotta dalla tua eterna bellezza./ Radiosi son i tuoi fiori,/ pronti ad accogliermi/ in un abbraccio fraterno/ ed ameni i tuoi rigogliosi colli,/ che mi proteggono/ anche nelle notti senza luna./ Fragranze marine/ di trasparenze acquatiche/ e di sabbie dorate bagnate/ si fondono/ con i profumi intensi delle rocce/ e con la vastità corallina dei fondali./ Fantasie cromatiche/ di pietre preziose,/ vicoli di case inerpicate/ e sentieri protesi verso le tue coste/ convivono armonici/ nel tuo paesaggio,/ Isola d'Elba,/ in un concerto di cale violine.

giovedì 18 settembre 2014

TEMPORALE ESTIVO

Tempo-tempo/ rale-rale estivo/ Lampi lampi/ squarciano/ con zig-zag di luci/ il cielo cupo d'agosto/ Raffiche di vento/ o corazzate cascate d'acqua/ sostengono/ tiranniche nubi minacciose/ pronte alla guerra/ Sfilano/ in silenziosa processione notturna/ sepolcrali apparizioni sinistre/ Mentre/ tamburi di tuoni/ invocano ferocemente/ un esercito di pioggia/ Scomparso/ l'ultimo raggio di sole/ si scatena/ un temporale/ un diluvio naturale/

venerdì 12 settembre 2014

IL GIGANTE BUONO Racconto per bambini

“Avvolto in una coperta di lana colorata, un gigante solitario si aggirava tra le colline ombrose di un antico paese...”. Era questo l'inizio di una leggenda che da secoli serpeggiava tra gli abitanti di un villaggio del sud del mondo. La storia fantastica veniva raccontata dalle nonne alle mamme e da queste ai figli, per poi continuare in un cerchio senza fine. Il calare della sera era il momento ideale per ascoltare novelle, immaginare universi magici, volare col pensiero e farsi cullare al caldo del focolare. Tra la veglia e il sonno i bambini diventavano protagonisti di avventure avvincenti, esploravano terre sconfinate, ricercavano tesori perduti e, come veri eroi, salivano sulla sella di cavalli alati per sfidare mostri e streghe. La gioia dirompente prodotta da questi meravigliosi viaggi durava, purtroppo, soltanto poche ore, perché al risveglio tutto tornava come prima: il villaggio era sempre povero, l'acqua mancava, il terreno era arido e l'infanzia di questi bimbi veniva tristemente spezzata da una realtà che li voleva già grandi. La giornata, così, ricominciava per loro con la cura dei fratelli minori, con il pascolo di pochi animali, con la tessitura manuale di tappeti e con la celebrazione di rituali collettivi; tempo e possibilità per il gioco e lo studio erano quasi inesistenti. “Avvolto in una coperta di lana colorata, un gigante solitario si aggirava tra le colline ombrose di un antico paese...” si ripeteva come un ritornello o come un enigma da risolvere nelle attente menti dei bambini, che avvertivano un'istintiva simpatia verso quel personaggio, tanto da ribattezzare la leggenda come “quella del gigante buono”. “Era solo e senza amici, il gigante buono, perché i suoi sciocchi coetanei lo deridevano per la sua mole, quindi lui usciva dal suo rifugio sui monti di sera, quando gli altri erano nelle capanne. Il gigante aveva imparato ad apprezzare il silenzio e l'accoglienza di una natura ospitale, che ogni volta lo stupiva: con i movimenti delle sue piante, come ventagli al vento, con le pareti delle montagne rocciose, come profili di austeri indiani, con i fiori profumati e i frutti maturi, quali gemme più preziose dell'oro, con gli uccelli liberi nell'aria, come pensieri leggeri. Con grandi occhi verdi il gigante buono, il Big Jim dei bimbi, ammirava il paesaggio intorno, sorridendo come un cucciolo e nutrendosi di bacche e funghi del posto. Per ripararsi dal freddo e per nascondere il suo aspetto colossale, Big Jim si copriva con un'inseparabile coperta di lana colorata, lavorata ai ferri con tanto amore da mamma Orsa. Proprio questa coperta era dotata di poteri magici perché, a seconda del colore prevalente della lana che spiccava sulla testa del gigante, si trasformava la luce del cielo: il giallo si depositava sui raggi del sole, il verde si mescolava ai pigmenti delle foglie e dei prati, il rosso regalava un'atmosfera romantica, il blu era il mantello della notte profonda ed il bianco quello dell'alba di un nuovo giorno.” La coperta del gigante buono era talmente fatata che anche i bambini che ricordavano la sua storia ne ricevevano prodigi. Quando infatti stavano per addormentarsi, si coprivano anche loro con coperte che, in base ai colori scelti, li proiettavano in posti straordinari, dove terre del nord abbondavano di fiumi, flora e fauna, dove c'era l'imbarazzo dei giochi con i quali divertirsi e dove piramidi di libri aspettavano di essere lette. Il passato, in queste isole baciate dalla fortuna, non era stato inventato, quindi nessuno conosceva le guerre, mentre tutti vivevano nel presente, con progetti di speranza per il futuro. Big Jim era così buono che permetteva ai bimbi di sognare ad occhi aperti, poiché al loro risveglio egli stesso si mostrava nella sua grandezza, mutando con facilità il colore del cielo. Come per ciascuna leggenda che si rispetti, soltanto coloro che avevano molta fantasia ed immaginazione potevano sorridere alla vita, osservandola da un'altra prospettiva. Ecco allora che i bambini nel villaggio del sud del mondo, dopo aver stretto per mano il gigante buono ed averlo seguito per alcuni sentieri collinari, si trovavano magnificamente catapultati nelle felici terre del nord, dove trascorrevano ed ancora continuano a trascorrere un'eterna fanciullezza.

mercoledì 10 settembre 2014

SERA

Sera che scendi serena/ distesa su un letto di campi,/ sorridi agli ultimi raggi/ di un sole che settembre saluta./ Dipingi un paesaggio toscano/ di cipressi, olivi e papaveri/ benedetti dal tuo sacro silenzio,/ rincuorati dalla tua paziente calma./ Allontani gli agitati venti del giorno,/ doni sfumature d'argento ai colori/ e tessi le trame/ di una preghiera dell'anima./

martedì 2 settembre 2014

LA NUVOLA (LA NU VOLA) Racconto per bambini

Leggera leggera, una piccola nuvola si muoveva nel cielo di marzo in uno dei tanti anni della storia del mondo. Era spinta dal vento che soffiava delicatamente verso est, andando a mitigare il calore emanato dal sole dopo il risveglio mattutino. La nuvola, che saltellava gioiosa sullo strato dell'atmosfera, sembrava fatta di soffice cotone, oppure di gommosa ovatta, o anche di dolce zucchero filato, tanto che i bimbi intenti ad ammirarla avrebbero voluto giocarci insieme. Desideravano infatti raggiungerla, sospesi su un palloncino gonfiato, o calarla a terra, aiutandosi con lacci da cow-boy e funi da Indiana Jones. La nuvoletta, intanto, viaggiava nell'azzurro del cielo, in mezzo ad un immenso mare d'aria, cambiando forma e colore a seconda degli stati d'animo e delle condizioni climatiche: si allungava tutta, simile ad un serpentello, quando il vento soffiava forte; aumentava di volume, somigliando ad un ampio vestito da sposa, quando si emozionava alla vista dei gabbiani; si uniformava, rendendosi uguale a tante altre nuvole, quando dall'alto cadevano consecutive gocce di pioggia; si oscurava, tingendosi di un triste grigio, quando il cielo brontolone minacciava pioggia ed evaporava nelle sue estremità, ricordando il battito delle ali di farfalla, quando il sole le si avvicinava troppo. Fabio, un bambino curioso e felice di vivere in campagna, trascorreva i suoi pomeriggi primaverili esplorando le colline, correndo sulle distese d'erba, cercando fossili di conchiglia tra le vallate e rifugiandosi all'ombra di cespugli di lamponi, in compagnia dei suoi amici animali: uno scoiattolo dalla lunga coda marrone ed una tartaruga dall'andatura rassicurante. Durante uno di questi suoi giochi d'avventura, Fabio sentì che uno spirito dell'aria si era posato delicatamente sullo zainetto di stoffa verde che portava in spalle. Sollevato con gioia lo zaino, il bimbo riconobbe con un radioso sorriso Nu: la guida degli spiriti atmosferici, che danzava su punte di tulle d'avorio a fianco dei viaggiatori. << Ciao Nu! Sei venuta a trovarmi? >> le domandò spontaneamente il bambino, mentre lo scoiattolo si arrampicava veloce su una maestosa quercia. << Ciao Fabio! Sì, ti sono accanto in questo tuo importante viaggio d'esplorazione. Stai diventando grande, imparerai a gestire meglio la libertà, scoprirai molte novità ed apprezzerai sempre più la bellezza della natura e della vita. >> gli rispose la guida Nu, in quanto fonte di saggezza e maestra di buoni consigli. Fabio rimase un attimo stupito, perché non aveva afferrato subito tutta la profondità del messaggio di Nu. Continuò poi a giocare con i suoi amici, respirando a pieni polmoni l'aria fresca del sottobosco e divertendosi ad osservare con occhi sgranati ogni specie di pianta, fiore, fungo ed insetto che incontrava nel suo lungo cammino di crescita, protetto dai venti e sollevato dallo slancio dell'infanzia. Riuscì così a vedere la leggera, piccola nuvola Nu che tornava in alto nel cielo, salutandolo con affetto e amore universale. << La Nu vola! >> esclamò Fabio rivolto allo scoiattolo e alla tartaruga. Ecco spiegata l'origine fantastica della parola “nuvola”.