venerdì 12 settembre 2014

IL GIGANTE BUONO Racconto per bambini

“Avvolto in una coperta di lana colorata, un gigante solitario si aggirava tra le colline ombrose di un antico paese...”. Era questo l'inizio di una leggenda che da secoli serpeggiava tra gli abitanti di un villaggio del sud del mondo. La storia fantastica veniva raccontata dalle nonne alle mamme e da queste ai figli, per poi continuare in un cerchio senza fine. Il calare della sera era il momento ideale per ascoltare novelle, immaginare universi magici, volare col pensiero e farsi cullare al caldo del focolare. Tra la veglia e il sonno i bambini diventavano protagonisti di avventure avvincenti, esploravano terre sconfinate, ricercavano tesori perduti e, come veri eroi, salivano sulla sella di cavalli alati per sfidare mostri e streghe. La gioia dirompente prodotta da questi meravigliosi viaggi durava, purtroppo, soltanto poche ore, perché al risveglio tutto tornava come prima: il villaggio era sempre povero, l'acqua mancava, il terreno era arido e l'infanzia di questi bimbi veniva tristemente spezzata da una realtà che li voleva già grandi. La giornata, così, ricominciava per loro con la cura dei fratelli minori, con il pascolo di pochi animali, con la tessitura manuale di tappeti e con la celebrazione di rituali collettivi; tempo e possibilità per il gioco e lo studio erano quasi inesistenti. “Avvolto in una coperta di lana colorata, un gigante solitario si aggirava tra le colline ombrose di un antico paese...” si ripeteva come un ritornello o come un enigma da risolvere nelle attente menti dei bambini, che avvertivano un'istintiva simpatia verso quel personaggio, tanto da ribattezzare la leggenda come “quella del gigante buono”. “Era solo e senza amici, il gigante buono, perché i suoi sciocchi coetanei lo deridevano per la sua mole, quindi lui usciva dal suo rifugio sui monti di sera, quando gli altri erano nelle capanne. Il gigante aveva imparato ad apprezzare il silenzio e l'accoglienza di una natura ospitale, che ogni volta lo stupiva: con i movimenti delle sue piante, come ventagli al vento, con le pareti delle montagne rocciose, come profili di austeri indiani, con i fiori profumati e i frutti maturi, quali gemme più preziose dell'oro, con gli uccelli liberi nell'aria, come pensieri leggeri. Con grandi occhi verdi il gigante buono, il Big Jim dei bimbi, ammirava il paesaggio intorno, sorridendo come un cucciolo e nutrendosi di bacche e funghi del posto. Per ripararsi dal freddo e per nascondere il suo aspetto colossale, Big Jim si copriva con un'inseparabile coperta di lana colorata, lavorata ai ferri con tanto amore da mamma Orsa. Proprio questa coperta era dotata di poteri magici perché, a seconda del colore prevalente della lana che spiccava sulla testa del gigante, si trasformava la luce del cielo: il giallo si depositava sui raggi del sole, il verde si mescolava ai pigmenti delle foglie e dei prati, il rosso regalava un'atmosfera romantica, il blu era il mantello della notte profonda ed il bianco quello dell'alba di un nuovo giorno.” La coperta del gigante buono era talmente fatata che anche i bambini che ricordavano la sua storia ne ricevevano prodigi. Quando infatti stavano per addormentarsi, si coprivano anche loro con coperte che, in base ai colori scelti, li proiettavano in posti straordinari, dove terre del nord abbondavano di fiumi, flora e fauna, dove c'era l'imbarazzo dei giochi con i quali divertirsi e dove piramidi di libri aspettavano di essere lette. Il passato, in queste isole baciate dalla fortuna, non era stato inventato, quindi nessuno conosceva le guerre, mentre tutti vivevano nel presente, con progetti di speranza per il futuro. Big Jim era così buono che permetteva ai bimbi di sognare ad occhi aperti, poiché al loro risveglio egli stesso si mostrava nella sua grandezza, mutando con facilità il colore del cielo. Come per ciascuna leggenda che si rispetti, soltanto coloro che avevano molta fantasia ed immaginazione potevano sorridere alla vita, osservandola da un'altra prospettiva. Ecco allora che i bambini nel villaggio del sud del mondo, dopo aver stretto per mano il gigante buono ed averlo seguito per alcuni sentieri collinari, si trovavano magnificamente catapultati nelle felici terre del nord, dove trascorrevano ed ancora continuano a trascorrere un'eterna fanciullezza.

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