venerdì 30 ottobre 2009

BERSANI: NEOSEGRETARIO DEL PD

Domenica 25 ottobre, l'ex comunista emiliano Pierluigi Bersani è stato eletto nuovo segretario del Partito Democratico. La vittoria è stata netta, con oltre la metà dei circa tremila voti a suo favore.
Le motivazioni che lo hanno spinto a candidarsi sono state le seguenti: combattere la precarietà del lavoro, correggere gli errori dei primi venti mesi del PD, creare un Partito nuovo, veramente democratico e senza un padrone, realizzando il testo costituzionale, dialogare col Parlamento e far cadere il muro che separa il sistema politico dall'informazione e dalla realtà.
Il motto che ha accompagnato la campagna elettorale di Bersani è stato “Un senso a questa storia”, riprendendo le parole di una celebre canzone del conterraneo Vasco Rossi. Il neosegretario del PD, infatti, intende dare un senso alla storia della politica italiana ripartendo dalla gente, andando nei posti dove stanno le persone vere e cercando di risolvere due piaghe sociali: la mancanza di lavoro e la precarietà.
Traducendo subito in pratica la sua filosofia politica, come una forza concreta senza gli eccessi della simbologia e dei troppi discorsi, Bersani ha iniziato il suo primo giorno da segretario in una ditta tessile di Prato. Ha scelto di visitare una piccola impresa pratese e di ascoltare le esigenze dei suoi lavoratori, sia perchè egli è figlio di artigiani, sia perchè questa città rappresenta il cuore dell'attuale crisi economica, lacerata dalle conseguenze dei tagli occupazionali, della globalizzazione e della concorrenza cinese.
Quello che si augurano ora gli elettori è un cambiamento nella struttura sociale, una revisione di molti provvedimenti politici ed un generale miglioramento nelle condizioni di vita degli italiani, contro soprusi ed ingiustizie!

venerdì 23 ottobre 2009

IL MADE IN ITALY DERISO ALL' ESTERO

Mentre il Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, accoglie con sorpresa ed umiltà il Premio Nobel per la pace, il Presidente del Consiglio italiano mette in ridicolo il nostro Paese.
Dopo aver mandato in fumo le aspettative di benessere dei cittadini italiani e dopo essere stato il protagonista di una politica corrotta, che ha fatto da palcoscenico a nani, preti, comici, avvocati difensori, rappresentanti, scudi fiscali, ballerine, vallette, meretrici ed in cerca di occupazione varia, Berlusconi vuol prendersi gioco anche della Corte Costituzionale, ritenendo i magistrati che hanno bocciato il Lodo Alfano “di sinistra”. In riferimento a tale questione, è arrivato pure a criticare il Presidente della Repubblica, per non aver bloccato l'iter giudiziario.
Chi è con Silvio, chi sta dalla sua parte “politica” e gli stende lunghe guide rosse, è un giusto, un forte, un vincitore, invece chi è nell'opposizione, chi racconta come stanno realmente i fatti, chi è chiamato a giudicare le scorrettezze delle sue azioni, è un ingiusto, un debole, un perdente. In pratica, qualsiasi persona contraddica la sua “politica” del “belli apparire” e “brutti essere”, viene marchiato come un esponente “di sinistra”, quindi un nemico di colui che vuol avere sempre più potere, da esercitare a fini personali, come gli pare e piace. Sì, perchè è Berlusconi stesso ad autoproclamarsi il miglior Presidente del Consiglio che l'Italia abbia mai avuto e mai avrà, ed è sempre lui a non aver la minima cura degli altri, degli interessi altrui, dei bisogni del popolo, della gente comune, offendendo chi lo contesta, con un linguaggio volgare da stadio.
In questo modo viene distrutto il Bel Paese, lo stivale ricco di preziosi patrimoni storico-artistici, la penisola che vanta variegati paesaggi ambientali fonte di attrazione turistica, il Made in Italy di prodotti artigianali che non possono avere concorrenti. Noi ed i nostri avi non ci meritiamo di essere trattati in questo modo, dopo che si è a lungo combattuto per ottenere l'unità d'Italia, dopo che si è difeso la nostra terra fino alla morte, dopo che si è lavorato con impegno e passione, dopo che si è scesi in piazza a protestare per il riconoscimento dei diritti civili e dopo che è stata scritta la nostra Costituzione, nella quale è riconosciuto che tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge.
Siamo purtroppo arrivati ad un capolinea, ad uno stravolgimento tanto radicale dell'etica e dei costumi di vita generali, che anche all'estero rimangono increduli e ci deridono, perchè continuiamo a farci governare da uno show-man ridicolo, quando ormai i tempi dei giullari di corte sono passati.
Le nazioni che vantano una storia politica basata sulla democrazia non ammettono minimamente che un Capo del Consiglio si travesta da cavaliere mascherato, da proprietario di svariati mezzi d'informazione, da sfruttatore della prostituzione, da paladino delle falsità, da esempio del potere assoluto, da campione dei barzellettieri e da fautore di una politica in stile reality. Un uomo così, all'estero, sarebbe stato subito dimesso dalla sua carica; ma prima non sarebbe stato neanche votato e, prima ancora, non avrebbe avuto la possibilità di schierarsi in una lista parlamentare.
Riflettiamoci, noi Italiani!

giovedì 22 ottobre 2009

MAGGIOR CONTROLLO ALLA GUIDA!

Torno a riproporre all'attenzione pubblica un tema di interesse generale, anche se trascurato dal buon senso civile: quello delle regole del codice stradale, da rispettare quando si è alla guida.
Viaggiando quotidianamente per lavoro su strade urbane ed extraurbane, noto con grande rabbia e dispiacere come l'automobilista medio italiano guidi male, commettendo spesso numerose infrazioni, come:
sorpassi azzardati (in curva, con la linea continua, superando diverse auto insieme)
uso del cellulare alla guida
sosta dell'auto in luoghi sconvenienti (sul marciapiede, lungo le rotatorie)
segnali dell'obbligo quali “stop” e “dare la precedenza” del tutto ignorati
velocità ai limiti (anche della lentezza)
interruzioni brusche del veicolo (in mezzo alla strada, senza segnalazioni)
distanza di sicurezza non rispettata (a rischio, in caso di frenata)
mancanza di segnalazioni (in caso di deviazione dalla corsia principale)
controllo poco stabile del mezzo (ai lati della carreggiata o sulla corsia opposta).
Non essendo un vigile, non intendo dilungarmi sull'elenco delle infrazioni stradali, ma rivolgo un appello ai lettori automobilisti ed ai loro amici, affinchè abbiano maggior controllo alla guida, sia per se stessi che per gli altri, che si trovano a transitare sulle medesime strade.
Rinfrescatevi la memoria con le nozioni teoriche e pratiche (soprattutto!) apprese durante i corsi di scuola-guida, anche se son passati tanti anni da quando avete preso la patente!

martedì 6 ottobre 2009

RACCONTI DEL MISTERO N. 1 e N. 2

1.


Jessica Pemberton, quella notte, si alzò dal suo letto singolo per andare in bagno.
Non si era subito resa conto di essere sveglia, perchè credeva ancora di trascinare dietro al peso del suo corpo anche quello degli ultimi spiriti del sonno. Nel tragitto che separava la sua camera dal bagno, molleggiava agli stanchi passi la slavata vestaglia da notte indossata sgraziatamente. Intanto, un silenzio assordante le rimbombava intorno!
Con gli occhi mezzi chiusi, Jessica raggiunse la tazza del W.C., dentro alla quale fece scorrere violentemente un getto di urina. Liberatasi dalle sostanze tossiche che gravavano sulla sua pancia, la ragazza si girò verso il muro per premere il pulsante dell’acqua. Ci provò più volte, ma la pressione delle sue delicate dita non riuscì ad azionare lo scarico.
Spazientita e distrutta dalla stanchezza, decise di tornarsene a dormire.
Mosso appena il piede sinistro, dalla parete opposta della stanza, vide levarsi dal centro del bidet un braccio metallico semirigido, che sembrava una risposta, a scoppio ritardato, alle sue spinte sul pulsante. L’estraneo corpo accigliato si allungava ad ogni battito del cuore di Jessica, tirando fuori dei sudici artigli puzzolenti e spalancando una bocca voraginosa.
La giovane viveva degli attimi di terrore, di incredulità, di sgomento e di nebulosità, tra il sogno e la realtà ……
Riprovò ancora a premere sul pulsante del W.C., ottenendo lo stesso risultato: si ingrandiva l’oggetto mostruoso che, nella sua progressiva deformazione, vomitava dalle articolazioni pus, calcare, grasso, polvere, feci, vermi, sangue, residui oleosi e schiumosi.
A quel punto, la povera innocente si sentì la protagonista dell’orribile scena, l’eroina che avrebbe vinto contro “il cattivo”, portando a lieto fine lo spettacolo.
Il dubbio di essere vittima di un incubo, balenatole prima nella mente, scomparve, lasciando spazio alla percezione effettiva di ciò che vedeva, di ciò che odorava, di ciò che udiva. Iniziò così una battaglia combattuta col coraggio, con la determinazione e con una rinnovata ed improvvisa forza fisica. Una battaglia già vinta in partenza, perché quel che ora rimaneva di uno scherzo della natura era un misero tubo arrugginito, il residuo di un virus composto da un’alta carica batterica, che aveva contagiato il corpo di Jessica e che adesso lei vedeva sgretolarsi.
Jessica si trovava davanti allo scheletro della sua sconfitta malattia paralizzante!

2.


La piccola Doroty non voleva che venisse mai notte, perché il buio la faceva piangere.
Ogni volta, infatti, che doveva andare a dormire, si rattristava al solo pensiero di dover abbandonare i giochi all’aria aperta. Si sentiva allora stretta nella sua cameretta, persa tra le oscure tenebre ed assalita da radicate paure che le trattenevano le lenzuola. Le cominciavano a battere i denti, la pelle le si raffreddava e gli oggetti che le stavano intorno venivano di colpo cancellati, con un clic di lampada.
Fu così che Doroty decise di attuare in piano per superare i suoi timori: tenere alzata la serranda della finestra di camera per ricevere un po’ di luce anche dalla luna. In quel modo poteva continuare a sentirsi parte della natura, a fantasticare su quanto è grande l’universo ed a percepire la protezione delle gialle stelle. E quando si infilava nel lettino, inventava storie di magia e d’avventura, addormentandosi pian piano e facendo sogni d’oro.
Ma una notte Doroty assistette alla brusca interruzione della sua serenità: sua madre, sentendola canticchiare e notando una strana luce nel corridoio, piombò nel suo angolo di paradiso. Come una furia le ordinò di dormire, le abbassò violentemente le coperte che la nascondevano e di colpo srotolò la serranda della finestra.
La bambina, da adulta, avrebbe ricordato quella scenata come l’inizio di ingiuste, insensate ed inaudite punizioni a suo danno.
Una malinconia subito la invase, il corpicino le cominciò a tremare ed un senso di nausea le si sprigionò dallo stomaco. Non si era mai ritrovata prima in uno stato del genere: era come se le avessero lanciato una bomba nella testa fino a ridurla in cenere.
Quella notte Doroty dormì male, per l’agitazione e per i frequenti risvegli allarmanti nel sonno. Da lì in poi, le notti da incubo si ripeterono in maniera costante e, in una di queste, gli occhi della piccola rifletterono un’immagine straziante. Sull’avvolgibile abbassato della finestra si erano posati due corpi languidi e senza vita di due donne coperte da lunghe vesti bianche! Sembravano due grandi farfalle umanizzate spiaccicate dall’ossessione, come pure due fantasmi esibizionisti.
La bambina riconobbe in quelle figure due malvagie presenze femminili che, da ancelle di angeli demoniaci, erano venute ad annientare la sua felicità.
Rimediò così ad un macchinato progetto di tortura, illuminando le sue notti con una piccola torcia elettrica di Topolino, posta vicino al suo cuore.