mercoledì 29 febbraio 2012

CIFRE A VOLONTA'

Sui quotidiani leggiamo articoli di economia, di politica e di società, sia nelle cronache locali sia in quelle nazionali, che ci riportano: dati demografici, percentuali di disoccupazione, totale di immigrati, rialzo dei prezzi ed indici di partecipazione parlamentare. Siamo bombardati da una miriade costante di cifre che, scagliate come frecce pungenti, regolano i nostri consumi e le nostre abitudini di vita.
Non dimentichiamo, però, che dietro ad ogni dato numerico, ad ogni conto matematico, ad ogni proporzione geometrica e ad ogni indagine statistica, si nascondono corpi, respiri, volti, identità, storie personali e culture tradizionali di vite umane che agiscono, lottano, soffrono e sperano in un mondo migliore. Al di là dei resoconti bancari.

martedì 21 febbraio 2012

TITOLO PER TEMA DI ITALIANO

Scrivi una lettera ad un/a tuo/a amico/a nella quale racconti come si è svolta la visita d'istruzione dello scorso gennaio insieme ai tuoi compagni di classe: cosa hai visitato, cosa ti ha colpito di più e perché, come è stata organizzata la giornata, come ti sei sentito ad essere un viaggiatore, come sei stato con i tuoi amici e quali conclusioni hai tratto dalla gita.

mercoledì 15 febbraio 2012

SI RIAPRE UN SECOLO

Non sono bastati i festeggiamenti per il Giubileo dell'anno 2000, non è stato sufficiente l'attentato alle Twin Towers di New York dell' 11 settembre 2001, non sono servite le pesanti crisi finanziarie del mercato globale e neanche le rovinose catastrofi ambientali in Italia e nel resto del mondo per inaugurare il XXI secolo.
Le recenti notizie trasmesse da giornali, TV e reti internazionali riconducono le nostre menti indietro nel tempo. Assistere oggi alle macchinose trattative tra i principali Paesi dell'Unione Europea per uscire dai debiti pubblici, giocando le carte delle tasse e dell'aumento dei prezzi che gravano sulle spese nazionali, piuttosto che investire in ricerca e riforme, richiama ad uno scenario di povertà passata. E' realtà quotidiana la difficoltà delle famiglie italiane nel comprarsi una casa, nel pagare un mutuo, nel disporre di capitale per investimenti o acquisti, e nel riuscire a trovare un lavoro, soprattutto per i giovani dai quindici ai ventiquattro anni. Le proteste partite dalle aule scolastiche, estese alle vie principali delle città, sfociate in manifestazioni di massa e scioperi di categorie professionali pubbliche e private contro l'attuale governo e contro quelli precedenti, sono sintomatici di un generale malessere sociale, come quello che dalla fine dell'Ottocento costrinse trentamila connazionali ad emigrare all'estero in cerca di fortuna. Constatare poi come, dopo le recenti nevicate, seppur abbondanti ed eccezionali su tutto il territorio nazionale, l'Italia sia stata messa così KO, con interi paesi isolati e nascosti dal black out energetico per diversi giorni, fa pensare al Bel Paese arretrato e da ricostruire dopo i disastri bellici.
Inquadrare con uno zoom le dinamiche interne al fallimento di Stati come la Grecia, scesa in piazza a protestare contro il governo d'Atene ed a rivendicare principi democratici di libertà, autonomia e diritto al lavoro, fa riflettere su quanto ancora instabili e deboli siano le strutture politiche nazionali in questo nuovo secolo. Sempre nel 2012 si considera la Germania la nazione più potente e prepotente d'Europa come durante il lungo Novecento, quando le filosofie aggressive ed espansionistiche di Guglielmo II e di Hitler avevano contribuito molto a fomentare lo scoppio delle due guerre mondiali. Oggi alla potenza tedesca si chiedono, con toni dimessi ed umili, prestiti economici, aiuti sociali e sostegni umani, in sostanza, per tornare a sperare; si rivede nella confederazione germanica, però, anche lo spettro della guerra, la sofferenza e l'ingiustizia delle vittime dei lager, la barbarie da ricordare per non dimenticare. Ecco allora che ci si schiera ancora una volta contro il totalitarismo nazista, ecco allora che non si accettano più pazientamente gli ultimatum della Banca Centrale Europea di Francoforte e non si crede più nel senso di un Fondo Salva-Stati, giungendo a bruciare la bandiera tedesca, come ripreso domenica scorsa davanti al Parlamento greco.
Tornano quindi in superficie le ottocentesche spinte nazionalistiche, gli interessi individualistici dei singoli Paesi, le manìe eroiche del colonialismo di metà Ottocento e dell'imperialismo del secolo scorso, nell'intento di sottomettere gli altri Stati, i nemici, all'imperativo di conquista di una super-nazione. Il XX secolo non è ancora finito.

lunedì 6 febbraio 2012

L'ATTUALITA' DEL PENSIERO DI MARX

Karl Marx, celebre filosofo tedesco dell'Ottocento, viene ricordato spesso per la sua concezione materialistica della storia che ha condizionato molto economisti e politici del passato e del presente.
Marx è un grande pensatore classico ancora attuale, poiché riconosce che la storia di qualsiasi società è una storia di lotte di classe: tra liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, conquistatori e coloni, aristocratici e popolani, oppressori ed oppressi. Il ragionamento di questo filosofo considera anche nello specifico la struttura della società capitalistica, sostenuta dall'importanza del capitale, dei soldi, che distinguono la condizione di ogni imprenditore da quella di ogni operaio. "Quanto più l'operaio lavora, tanto più produce ricchezza ed acquista più potenza il mondo estraneo, oggettivo, che egli si trova di fronte, e tanto più povero diventa egli stesso, il suo mondo interiore, possedendo sempre meno. La vita dell'operaio non appartiene più a lui stesso, bensì all'oggetto che lavora. Con la messa in valore del mondo delle cose, cresce in rapporto diretto la svalutazione del mondo degli uomini, paragonando un lavoratore ad una merce ed un imprenditore ad un dominatore del ciclo produttivo" scrive Marx.
L'attualità del pensiero di Marx è ancora diffusa: negli scontri tra governo e sindacati, tra fazioni politiche al loro interno, tra tendenze federali e senso dello Stato, tra giovani ed anziani lavoratori in lotta per un posto d'impiego, tra categorie professionali in sciopero e legislazioni sul mercato del lavoro, tra operai e dirigenti d'impresa, ed ancora tra ricchi e poveri, in una forbice economica che non arresta a ridursi. Anche la nostra è una società capitalistica, all'ennesima potenza, dove la pubblicità è l'anima del commercio e dove contano di più gli oggetti rispetto a chi li fabbrica.