venerdì 28 novembre 2014

LA PANCHINA

Seduta sulla tua pietra,/ fedele resisti al tempo/ mostrando i segni delle stagioni./ Paziente nell'eterna attesa/ di figure mutevoli,/ flash d'istantanea giovinezza,/ custodisci i segreti/ di antiche memorie/ di confessioni amorose/ e di leggendarie novelle/ sgranate con assorta dedizione,/ come rosari di passione,/ nelle lunghe veglie estive./ Eri lì/ e sei ancora qui:/ fissi i miei pensieri/ all'ombra dell'olmo/ ed alla luce del lampione,/ stabili sostegni di vita,/ la tua/ la mia.

giovedì 13 novembre 2014

IL MARE (MA RE) Racconto per bambini

<< Quante sono le gocce d'acqua nel mare, mamma? >> chiese una mattina d'estate la piccola Vittoria, mentre metteva i piedini nell'acqua salata di Viticcio, all'Isola d'Elba. La mamma, che accanto a lei scrutava l'orizzonte dall'ombra di un cappello di paglia, sorrise divertita alla domanda della figlia. << Sono tante, Vittoria, tantissime, non si possono contare. >> << E perché non si possono contare? >> volle sapere la bimba. << Perché non c'è uno strumento che misura le gocce del mare. Come la pioggia viene misurata in millimetri, in base alla sua altezza, così il mare si considera nella sua profondità. Inoltre, in seguito al ciclo dell'acqua, le gocce evaporano nell'aria col caldo e ritornano in mare sotto forma di pioggia, cadendo dalle nuvole. >> lo studierai a scuola tra qualche anno. << Guarda: cinque gocce d'acqua sulla mia mano! Ora si possono contare! >> esclamò con entusiasmo Vittoria. << Eh eh! Il vento ha soffiato e l'onda che ti ha bagnato la mano sembrava sapere il numero dei tuoi anni! >> la mamma, attraverso il dialogo con Vittoria, si lasciava trasportare piacevolmente nel regno della fantasia. << Anche a me a volte dici che cado dalle nuvole: come le gocce d'acqua? >> proseguì incuriosita la bimba. << Non in quel senso. Quando ti dico così, usando questo paragone, intendo dire che sei distratta, che pensi ad altro rispetto a quello di cui ti parlo. >> Anche in quel caso la piccola Vittoria era distratta, rapita dalla bellezza del mare azzurro, affascinata dalle sue bianche onde che si muovevano in continuazione. Trasparente era quell'acqua e brillante sotto i raggi del sole estivo: una meraviglia di colori scintillava sulla riva, dove la morbida sabbia dorata accoglieva affettuosamente conchiglie e legnetti trasportati dal fondale! << Giochiamo con le formine? >> domandò una bambina a Vittoria. Vittoria, dopo qualche secondo, si voltò verso la spiaggia e riconobbe il sorriso contagioso di una bimba della sua età conosciuta il giorno prima in vacanza. << Hai voglia di giocare con le formine? >> chiese nuovamente Anna che, entusiasta, non aspettava altro che giocare in compagnia. << Sì, va bene. Vado a prendere secchiello e paletta. >> All'ombrellone, la mamma consegnò a Vittoria lo zainetto con i giochi, così le due bambine iniziarono a divertirsi con acqua e sabbia, dando forma a stelle marine, paperelle e torri. << Con tutte queste torri, possiamo creare un bel castello! >> esclamò Anna contenta. << Sì, sì! Io comincio da qua, col ponte levatoio. >> rispose Vittoria soddisfatta. << Allora ti porto un po' d'acqua per fare il fiume. >> Tra le due bimbe stava nascendo un'amicizia, basata sulla naturalezza e sulla collaborazione. Dopo aver fatto merenda, aver giocato con progetti e costruzioni, e dopo essersi spalmate più volte la crema solare, Anna e Vittoria ammirarono il castello circondato dalle alte torri e dal fiume Elba, con porte, finestre, ponti, passaggi segreti e bandierine al vento, come issano i muratori sulle cime delle case quando hanno completato i tetti. La mamma di Vittoria si complimentò con le bambine, perché avevano creato una grande fortezza ricca di particolari, da farle ricordare i castelli in pietra del Medioevo. Ripensava a film e romanzi storici ambientati in quel periodo e vedeva danzare nella sua mente nobili e cortigiani, signori e contadini, dame e cavalieri, quando una domanda le giunse spontanea: << Bimbe, ma chi è il re di questo castello? >> Vittoria e Anna, con divertita complicità, si guardarono negli occhi e, spinte da un'equilibrata dose di fantasia, dissero: << Ma il re è il Mare! Non senti che nella sua parola c'è la risposta? >> << Avete proprio ragione, bimbe! Il mare, di notte, si ritira e va a dormire nel suo castello di sabbia sulla spiaggia. >> A conferma di ciò, il re del castello invitò mamma e bambine a tuffarsi nelle sue fresche acque, pronto a regalare altre coinvolgenti avventure.