giovedì 17 dicembre 2009

LA VERITA' DAI COMICI

L'uso della satira come forma comunicativa di arguta critica delle debolezze umane ci è stato tramandato dagli antichi letterati latini.
Nel '300, un esempio di componimento satirico di grande ed immediato successo, fu il Decameron di Giovanni Boccaccio, considerato una commedia umana perchè racconta con ironico e pungente realismo i vizi del popolo medievale.
A seguire, soltanto nel panorama letterario italiano, sono state pubblicate altre opere in stile comico, che hanno fatto sorridere e riflettere su precisi comportamenti sociali.
In epoca contemporanea c'è stato un imponente ritorno della satira, adottata sia da autori di poesie e romanzi come Eugenio Montale e Italo Calvino, sia da attori di teatro come Franca Valeri e Dario Fo. Tra gli ultimi quattro nomi che ho citato, puntualizzo che Montale e Fo hanno ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura.
L'attuale ricorso frequente a questo genere, con chiaro intento didattico e divulgativo, è dovuto al moltiplicarsi incessante di condotte scorrette, autoritarie e violente, dettate innanzitutto dagli esponenti politici.
Il caso italiano è addirittura al limite del paradossale e dell'incredibile, tanto che si fa della bandiera nazionale un anonimo striscione da sventolare allo stadio durante una banale partita, senza più un senso da perpetrare, senza più una storia da ricordare, senza più dei valori da difendere. Gli stessi politici si insultano reciprocamente, raccontano fandonie sui propri “avversari” e difendono comunque e dovunque l'elaborato del proprio partito, come se fossero degli accaniti tifosi di calcio. Il Presidente del Consiglio, che con superficiale facilità e con voluto disprezzo marchia “comunista” e “di sinistra” chiunque si azzardi ad esprimere un parere appena diverso dal suo sommo pensiero, ha altrettanto facilmente e velocemente sostenuto di voler cambiare la Costituzione, forse per darle un nuovo look, come si è fatto fare su se stesso. Si è arrivati a criticare aspramente e volgarmente qualsiasi testata giornalistica che riferisce come stanno i fatti, qualsiasi cittadino che manifesta la propria libertà ideologica, qualsiasi giudice che indaga sui processi mafiosi tra Stato e Cosa nostra, fino al Capo della Repubblica, poichè non scende in campo ad aiutare la povera maggioranza.
Ringraziamo i comici, da non confondere coi clown del circo che raccontano barzellette, dietro ai quali si nascondono: puntuali critici dell'informazione pubblica, instancabili archivisti delle grottesche verità odierne ed attenti selettori dell'innumerevole materiale da prima pagina. Maurizio Crozza è, ad esempio, un depositario illuminante di pertinenti commenti su agghiaccianti verità del nostro panorama politico-sociale, che altrimenti resterebbero forzatamente nascoste. Il lungimirante Beppe Grillo, poi, ci suona da anni prolungati allarmi di pericolo sulle incoerenze e gli abusi di potere che lacerano il Paese, arrivando a riempire spaziose platee e a fondare anche una lista civica di combattenti. Questi possono essere considerati i nuovi eroi moderni, in quanto si rivelano coraggiosi cavalieri a difesa della verità!

lunedì 30 novembre 2009

RACCONTO DEL MISTERO N. 3

In quella tarda sera d'inverno fredda e tempestosa Amanda Smith salì di corsa, sola e trafelata, sulla sua auto. Era una modesta utilitaria grigia, ma offriva una buona comodità alla guida e la faceva sentire al sicuro, in un caldo posto riparato.
Amanda tornava da una estenuante riunione di lavoro, protrattasi oltre il previsto e nella quale erano stati valutati soltanto i pareri del direttore dell'azienda e del suo fedelissimo vice.
Finalmente dentro all'automobile, la giovane donna, messa la borsa piena di fogli sul sedile accanto, si affrettò a premere il pulsante di chiusura delle portiere. Infilò poi la chiave nell'apposito spazio del quadrante e si dette una veloce occhiata allo specchietto.
Un istante dopo le sorse un dubbio: quello che aveva visto riflesso era proprio il suo viso? Le era sembrata troppo pallida la sua pelle e troppo sfibrati i suoi capelli, nonostante si sentisse stanca e fosse tardi.
Allora, con cautela, avvicinò di nuovo il volto allo specchietto e.........restò ipnotizzata! Un'ombra lucente, una figura incompiuta, un viso come trasparente, era ciò che Amanda vedeva. Un'ansia pungente l'assalì, una paura lacerante le spalancò gli occhi, brividi di ghiaccio le scivolarono per il corpo! Il tremore ed il pianto, sempre più intensi, la paralizzarono all'interno di quella macchina che ora riconosceva come estranea, come una prigione di ferro.
Quando Amanda trovò la forza per voltarsi verso l'immagine misteriosa, questa, come un fantasma sospeso, volò fuori attraverso il finestrino posteriore appena aperto.
La donna non capì.
Passati diversi minuti, l'auto iniziò un moto lento, accompagnata per i primi metri di viaggio dalla potente luce di un alto lampione del parcheggio.

mercoledì 25 novembre 2009

SI APRANO LE DANZE!

Gli scandali di Berlusconi e delle sue escort (per usare un termine ultimamente ripetuto e “professionale”) sono stati in Italia un trampolino di lancio a retroscena orribilanti nella vita privata di personaggi pubblici.
Le notizie-bomba che sono circolate su riviste e giornali, le rivelazioni di imprenditori che hanno organizzato incontri galanti e le testimonianze dirette delle “nobildonne” protagoniste di festini, hanno soddisfatto la curiosità della gente qualunque, portando alla luce fatti inconcepibili per una sana morale!
Se Berlusconi è stato l'apri-pista, altri uomini politici italiani sono ora indagati dalla giustizia ed altri, in numero maggiore, sono in fase d'indagine, per aver trasgredito la morale del buon esempio, per aver compromesso la loro immagine pubblica, per aver perso la lucidità mentale necessaria a governare e per esser scesi ad un livello bassissimo di condotta personale che è incompatibile col ritratto del filosofo pensante e dell'uomo agente, da bravo pater familias.
Fare politica in quest'odierna Italia è un po' come partecipare ad una festa danzante, dove i padroni di casa ed i migliori ballerini, con sembianze politichesche, aprono le danze con piroette d'effetto, esibizioni ricercate e balletti di gruppo, trascinando gli invitati in una baldoria senza fine, con un trenino che ondeggia sulle note di musiche caraibiche e che va, va, va.................. !

venerdì 13 novembre 2009

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

Il 9 novembre di venti anni fa venne abbattuto il muro di Berlino, simbolo della Cortina di ferro che, oltre ad impedire il passaggio da Berlino Est a Berlino Ovest, divideva l'Europa in due zone d'influenza politica: quella controllata dall'URSS e quella guidata dagli USA. Fu il leader del Partito Socialista Unitario della Germania a darne l'annuncio in televisione: “Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco”. Gli Stati alleati in questione, Ungheria e Cecoslovacchia, facenti parte del Blocco orientale o sovietico, promossero nel 1989 delle dimostrazioni di massa contro il governo della Germania dell'Est e concessero il transito di treni nazionali verso Berlino, rompendo alcuni punti di passaggio del muro.
Le reazioni di questi due Paesi furono emblematiche di una situazione sociale di malessere diffusa nell'Est europeo, prigioniero della collettivizzazione forzata dell'agricoltura, della repressione dell'industria e del commercio privati e della mancanza di risorse da investire. Il muro, quindi, significava un blocco coatto dell'esodo dall'Est all'Ovest, dal regime comunista al sistema ideologico e politico-economico liberista. Per riuscire in questa impresa i soviet russi costruirono, a partire dalla notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, una barriera in cemento armato e filo spinato, che nel tempo raggiunse l'altezza di 3,60 m. e la lunghezza di 155 Km. distribuiti per 192 strade di Berlino; il muro venne inoltre rinforzato con altri strati e con la “striscia della morte” all'interno: una zona protetta da trincee anticarro, torri di guardia e cecchini armati.
Durante i ventotto anni di resistenza del muro, le persone uccise furono 239, quelle ferite 850 e quelle arrestate molte migliaia, mentre cercavano tutte di superarlo per riappropriarsi delle proprie libertà, per ricongiungersi con amici e familiari, per continuare a lavorare o a studiare nella zona occidentale di Berlino, per riacquistare i diritti inalienabili degli uomini.
La Germania risulterà ufficilamente riunificata, riconquistando la sua unità nazionale, il 3 ottobre 1990.
Nel commemorare il ventesimo anniversario della caduta del muro, di fronte alla Porta di Brandeburgo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto comunque presente che la riunificazione della Germania non è ancora del tutto completata, poiché la parte orientale ha un tasso di disoccupazione doppio rispetto alla parte occidentale, proprio in seguito alle loro differenze strutturali.
Il Parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà”, evento-simbolo per la liberazione di Paesi oppressi ed auspicio di democrazia per le popolazioni soggette al totalitarismo. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha poi commentato questa giornata di ricordo come la fine degli schemi ideologici del '900 e l'inizio della seconda Repubblica, anche se viene da riflettere sugli altri muri che affliggono l'umanità: i muri della fame, della povertà, delle malattie, dell'odio, dell'indifferenza e delle guerre attualmente in corso, ma di cui non si parla.

mercoledì 4 novembre 2009

4 NOVEMBRE 1966: L'ALLUVIONE DI FIRENZE

Era il 4 novembre 1966, precisamente 43 anni fa, quando Firenze e molte altre città toscane attraversate dal fiume Arno furono colpite dall'alluvione.
Dai racconti di nonni, di genitori e di quanti si trovarono per caso testimoni di questo tragico evento naturale, sono venuta a conoscenza di come l'irruenza incessante dell'acqua pluviale, sommata a quella del fiume in piena, avessero trasformato i contorni dei paesaggi e la vita delle persone. Nessuno dei presenti poteva immaginarsi quanto videro i loro occhi e ascoltarono le loro orecchie: l'argine di Pontedera diviso a metà, gli alberi spezzati e crollati a terra, le abitazioni private e gli edifici pubblici invasi dall'acqua alta fino a diversi piani, il black out elettrico, le strade chiuse al traffico, ondate massicce di acqua e fango per le strade, le urla di paura e d'incredulità! Il tutto, per la forza potente e turbolenta dell'acqua, che durò due giorni e due notti consecutivi!
Ci vollero poi mesi di lavori per ripulire, riordinare, ricostruire e ristrutturare case, negozi, oggetti, libri, strade, ponti, pitture, sculture ed architetture, che furono recuperati da molti volontari, gli "angeli del fango", brava gente del posto e no.
Una data come questa, quindi, non può essere dimenticata da chi vive in Italia, in Europa e tanto più in Toscana, anche se corrisponde ad un'esperienza non vissuta e non è contenuta nei libri di testo. Un fatto come questo, che ha colpito nel dolore diverse comunità, è una pagina di storia locale da ricordare per non dimenticare, per dare un senso al passato nella nostra vita presente.

martedì 3 novembre 2009

L' ANNIVERSARIO DELLA PRESIDENZA OBAMA

Domani, 4 novembre, ricorre il primo anno di governo degli Stati Uniti d'America da parte del democratico Barack Obama, vincitore delle elezioni politiche contro il repubblicano John Mc Cain.
Nel suo discorso di accettazione della nomina a Presidente, Obama affermò: “Siamo qui perchè amiamo troppo questo Paese per permettere che i prossimi quattro anni siano come gli ultimi otto.”
Si dirà di lui che è il 44° presidente USA ed il primo ad essere afro-americano, di colore, nella storia degli Stati Uniti.
Non si diranno abbastanza, invece, notizie importanti su di lui. Per esempio, che ha fatto del motto della sua campagna presidenziale, Yes, we can!, una filosofia di vita tradotta in pratica quotidiana, ancorata già nel suo primo disegno di legge durante il 109° Congresso: l'aumento delle borse di studio Pell Grant, per aiutare studenti di famiglie a basso reddito a pagare le rette universitarie (anche se non è stato mai votato dal Senato).
Un'altra legge di portata sociale firmata da Obama, in questo anno da Presidente, è quella sull'omofobia, per aumentare l'uguaglianza tra gli uomini e creare una società più unita e solidale, a differenza di quanto ha sostenuto la Destra italiana. Adesso, negli USA, qualsiasi attacco contro una persona per i suoi orientamenti sessuali o per la sua identità sessuale, è un reato federale, equiparando le discriminazioni contro gli omosessuali a quelle dettate dall'odio razziale.
Un intervento legislativo degno di un Presidente attento agli effettivi bisogni del suo popolo è stato il Piano Sanità, secondo cui si prevede una copertura sanitaria per altri 36 milioni di americani attualmente non assicurati, per giungere al traguardo finale: la creazione di una compagnia assicurativa pubblica, che competa sul mercato privato.
Sempre per mantenere uno stretto legame col suo popolo, ogni sabato Obama scrive il suo comunicato settimanale sul sito della Casa Bianca, in cui illustra e spiega ciò di cui la sua amministrazione si sta occupando. Questo comunicato, che tratta tutti gli argomenti divisi per categorie (diritti civili, economia, educazione, energia, famiglia, salute, immigrazione, povertà, servizi, tecnologia, donne, etc.) si può inserire in una pagina personale di un social network come Facebook e Myspace.
Anche in politica economica Obama ha dimostrato di saper valere, portando l'America al termine della recessione, con una crescita nel terzo trimestre del 3,5% del PIL, dopo un anno che questo era in caduta.
Un'ulteriore differenza tra l'attuale Presidente Obama ed il suo predecessore Bush Jr., si evince dal coraggio che Obama ha dimostrato nel saluto militare davanti alle bare dei soldati morti in Afghanistan – cosa che Bush ha spesso voluto nascondere – anche se non ha mai indossato un'uniforme.
A conclusione del primo anno da Presidente, precisamente il 9 ottobre, Obama ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace dal Comitato di Oslo, concorde all'unanimità, con la seguente motivazione: “Per il suo straordinario impegno nel rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli, in relazione al suo tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo costruttivo col Medio Oriente.” Al di là delle critiche su questa assegnazione, considerata precoce e meritevole delle buone intenzioni di Obama, più che dei risultati, va sottolineato come il Presidente stesso sia apparso sorpreso di fronte alla notizia, accogliendola in maniera umile. Anche Nelson Mandela ed i presidenti Roosvelt e Carter, in qualità di uomini politici, ricevettero i Nobel per la Pace.
Sperando che il Nobel ad Obama sia realmente meritato, in vista di un futuro mondiale migliore, porgo un augurio personale al Presidente, affinchè continui a governare gli Stati Uniti d'America con la decisione, la solidarietà, il coraggio e la coerenza che ha dimostrato finora!

venerdì 30 ottobre 2009

BERSANI: NEOSEGRETARIO DEL PD

Domenica 25 ottobre, l'ex comunista emiliano Pierluigi Bersani è stato eletto nuovo segretario del Partito Democratico. La vittoria è stata netta, con oltre la metà dei circa tremila voti a suo favore.
Le motivazioni che lo hanno spinto a candidarsi sono state le seguenti: combattere la precarietà del lavoro, correggere gli errori dei primi venti mesi del PD, creare un Partito nuovo, veramente democratico e senza un padrone, realizzando il testo costituzionale, dialogare col Parlamento e far cadere il muro che separa il sistema politico dall'informazione e dalla realtà.
Il motto che ha accompagnato la campagna elettorale di Bersani è stato “Un senso a questa storia”, riprendendo le parole di una celebre canzone del conterraneo Vasco Rossi. Il neosegretario del PD, infatti, intende dare un senso alla storia della politica italiana ripartendo dalla gente, andando nei posti dove stanno le persone vere e cercando di risolvere due piaghe sociali: la mancanza di lavoro e la precarietà.
Traducendo subito in pratica la sua filosofia politica, come una forza concreta senza gli eccessi della simbologia e dei troppi discorsi, Bersani ha iniziato il suo primo giorno da segretario in una ditta tessile di Prato. Ha scelto di visitare una piccola impresa pratese e di ascoltare le esigenze dei suoi lavoratori, sia perchè egli è figlio di artigiani, sia perchè questa città rappresenta il cuore dell'attuale crisi economica, lacerata dalle conseguenze dei tagli occupazionali, della globalizzazione e della concorrenza cinese.
Quello che si augurano ora gli elettori è un cambiamento nella struttura sociale, una revisione di molti provvedimenti politici ed un generale miglioramento nelle condizioni di vita degli italiani, contro soprusi ed ingiustizie!

venerdì 23 ottobre 2009

IL MADE IN ITALY DERISO ALL' ESTERO

Mentre il Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, accoglie con sorpresa ed umiltà il Premio Nobel per la pace, il Presidente del Consiglio italiano mette in ridicolo il nostro Paese.
Dopo aver mandato in fumo le aspettative di benessere dei cittadini italiani e dopo essere stato il protagonista di una politica corrotta, che ha fatto da palcoscenico a nani, preti, comici, avvocati difensori, rappresentanti, scudi fiscali, ballerine, vallette, meretrici ed in cerca di occupazione varia, Berlusconi vuol prendersi gioco anche della Corte Costituzionale, ritenendo i magistrati che hanno bocciato il Lodo Alfano “di sinistra”. In riferimento a tale questione, è arrivato pure a criticare il Presidente della Repubblica, per non aver bloccato l'iter giudiziario.
Chi è con Silvio, chi sta dalla sua parte “politica” e gli stende lunghe guide rosse, è un giusto, un forte, un vincitore, invece chi è nell'opposizione, chi racconta come stanno realmente i fatti, chi è chiamato a giudicare le scorrettezze delle sue azioni, è un ingiusto, un debole, un perdente. In pratica, qualsiasi persona contraddica la sua “politica” del “belli apparire” e “brutti essere”, viene marchiato come un esponente “di sinistra”, quindi un nemico di colui che vuol avere sempre più potere, da esercitare a fini personali, come gli pare e piace. Sì, perchè è Berlusconi stesso ad autoproclamarsi il miglior Presidente del Consiglio che l'Italia abbia mai avuto e mai avrà, ed è sempre lui a non aver la minima cura degli altri, degli interessi altrui, dei bisogni del popolo, della gente comune, offendendo chi lo contesta, con un linguaggio volgare da stadio.
In questo modo viene distrutto il Bel Paese, lo stivale ricco di preziosi patrimoni storico-artistici, la penisola che vanta variegati paesaggi ambientali fonte di attrazione turistica, il Made in Italy di prodotti artigianali che non possono avere concorrenti. Noi ed i nostri avi non ci meritiamo di essere trattati in questo modo, dopo che si è a lungo combattuto per ottenere l'unità d'Italia, dopo che si è difeso la nostra terra fino alla morte, dopo che si è lavorato con impegno e passione, dopo che si è scesi in piazza a protestare per il riconoscimento dei diritti civili e dopo che è stata scritta la nostra Costituzione, nella quale è riconosciuto che tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge.
Siamo purtroppo arrivati ad un capolinea, ad uno stravolgimento tanto radicale dell'etica e dei costumi di vita generali, che anche all'estero rimangono increduli e ci deridono, perchè continuiamo a farci governare da uno show-man ridicolo, quando ormai i tempi dei giullari di corte sono passati.
Le nazioni che vantano una storia politica basata sulla democrazia non ammettono minimamente che un Capo del Consiglio si travesta da cavaliere mascherato, da proprietario di svariati mezzi d'informazione, da sfruttatore della prostituzione, da paladino delle falsità, da esempio del potere assoluto, da campione dei barzellettieri e da fautore di una politica in stile reality. Un uomo così, all'estero, sarebbe stato subito dimesso dalla sua carica; ma prima non sarebbe stato neanche votato e, prima ancora, non avrebbe avuto la possibilità di schierarsi in una lista parlamentare.
Riflettiamoci, noi Italiani!

giovedì 22 ottobre 2009

MAGGIOR CONTROLLO ALLA GUIDA!

Torno a riproporre all'attenzione pubblica un tema di interesse generale, anche se trascurato dal buon senso civile: quello delle regole del codice stradale, da rispettare quando si è alla guida.
Viaggiando quotidianamente per lavoro su strade urbane ed extraurbane, noto con grande rabbia e dispiacere come l'automobilista medio italiano guidi male, commettendo spesso numerose infrazioni, come:
sorpassi azzardati (in curva, con la linea continua, superando diverse auto insieme)
uso del cellulare alla guida
sosta dell'auto in luoghi sconvenienti (sul marciapiede, lungo le rotatorie)
segnali dell'obbligo quali “stop” e “dare la precedenza” del tutto ignorati
velocità ai limiti (anche della lentezza)
interruzioni brusche del veicolo (in mezzo alla strada, senza segnalazioni)
distanza di sicurezza non rispettata (a rischio, in caso di frenata)
mancanza di segnalazioni (in caso di deviazione dalla corsia principale)
controllo poco stabile del mezzo (ai lati della carreggiata o sulla corsia opposta).
Non essendo un vigile, non intendo dilungarmi sull'elenco delle infrazioni stradali, ma rivolgo un appello ai lettori automobilisti ed ai loro amici, affinchè abbiano maggior controllo alla guida, sia per se stessi che per gli altri, che si trovano a transitare sulle medesime strade.
Rinfrescatevi la memoria con le nozioni teoriche e pratiche (soprattutto!) apprese durante i corsi di scuola-guida, anche se son passati tanti anni da quando avete preso la patente!

martedì 6 ottobre 2009

RACCONTI DEL MISTERO N. 1 e N. 2

1.


Jessica Pemberton, quella notte, si alzò dal suo letto singolo per andare in bagno.
Non si era subito resa conto di essere sveglia, perchè credeva ancora di trascinare dietro al peso del suo corpo anche quello degli ultimi spiriti del sonno. Nel tragitto che separava la sua camera dal bagno, molleggiava agli stanchi passi la slavata vestaglia da notte indossata sgraziatamente. Intanto, un silenzio assordante le rimbombava intorno!
Con gli occhi mezzi chiusi, Jessica raggiunse la tazza del W.C., dentro alla quale fece scorrere violentemente un getto di urina. Liberatasi dalle sostanze tossiche che gravavano sulla sua pancia, la ragazza si girò verso il muro per premere il pulsante dell’acqua. Ci provò più volte, ma la pressione delle sue delicate dita non riuscì ad azionare lo scarico.
Spazientita e distrutta dalla stanchezza, decise di tornarsene a dormire.
Mosso appena il piede sinistro, dalla parete opposta della stanza, vide levarsi dal centro del bidet un braccio metallico semirigido, che sembrava una risposta, a scoppio ritardato, alle sue spinte sul pulsante. L’estraneo corpo accigliato si allungava ad ogni battito del cuore di Jessica, tirando fuori dei sudici artigli puzzolenti e spalancando una bocca voraginosa.
La giovane viveva degli attimi di terrore, di incredulità, di sgomento e di nebulosità, tra il sogno e la realtà ……
Riprovò ancora a premere sul pulsante del W.C., ottenendo lo stesso risultato: si ingrandiva l’oggetto mostruoso che, nella sua progressiva deformazione, vomitava dalle articolazioni pus, calcare, grasso, polvere, feci, vermi, sangue, residui oleosi e schiumosi.
A quel punto, la povera innocente si sentì la protagonista dell’orribile scena, l’eroina che avrebbe vinto contro “il cattivo”, portando a lieto fine lo spettacolo.
Il dubbio di essere vittima di un incubo, balenatole prima nella mente, scomparve, lasciando spazio alla percezione effettiva di ciò che vedeva, di ciò che odorava, di ciò che udiva. Iniziò così una battaglia combattuta col coraggio, con la determinazione e con una rinnovata ed improvvisa forza fisica. Una battaglia già vinta in partenza, perché quel che ora rimaneva di uno scherzo della natura era un misero tubo arrugginito, il residuo di un virus composto da un’alta carica batterica, che aveva contagiato il corpo di Jessica e che adesso lei vedeva sgretolarsi.
Jessica si trovava davanti allo scheletro della sua sconfitta malattia paralizzante!

2.


La piccola Doroty non voleva che venisse mai notte, perché il buio la faceva piangere.
Ogni volta, infatti, che doveva andare a dormire, si rattristava al solo pensiero di dover abbandonare i giochi all’aria aperta. Si sentiva allora stretta nella sua cameretta, persa tra le oscure tenebre ed assalita da radicate paure che le trattenevano le lenzuola. Le cominciavano a battere i denti, la pelle le si raffreddava e gli oggetti che le stavano intorno venivano di colpo cancellati, con un clic di lampada.
Fu così che Doroty decise di attuare in piano per superare i suoi timori: tenere alzata la serranda della finestra di camera per ricevere un po’ di luce anche dalla luna. In quel modo poteva continuare a sentirsi parte della natura, a fantasticare su quanto è grande l’universo ed a percepire la protezione delle gialle stelle. E quando si infilava nel lettino, inventava storie di magia e d’avventura, addormentandosi pian piano e facendo sogni d’oro.
Ma una notte Doroty assistette alla brusca interruzione della sua serenità: sua madre, sentendola canticchiare e notando una strana luce nel corridoio, piombò nel suo angolo di paradiso. Come una furia le ordinò di dormire, le abbassò violentemente le coperte che la nascondevano e di colpo srotolò la serranda della finestra.
La bambina, da adulta, avrebbe ricordato quella scenata come l’inizio di ingiuste, insensate ed inaudite punizioni a suo danno.
Una malinconia subito la invase, il corpicino le cominciò a tremare ed un senso di nausea le si sprigionò dallo stomaco. Non si era mai ritrovata prima in uno stato del genere: era come se le avessero lanciato una bomba nella testa fino a ridurla in cenere.
Quella notte Doroty dormì male, per l’agitazione e per i frequenti risvegli allarmanti nel sonno. Da lì in poi, le notti da incubo si ripeterono in maniera costante e, in una di queste, gli occhi della piccola rifletterono un’immagine straziante. Sull’avvolgibile abbassato della finestra si erano posati due corpi languidi e senza vita di due donne coperte da lunghe vesti bianche! Sembravano due grandi farfalle umanizzate spiaccicate dall’ossessione, come pure due fantasmi esibizionisti.
La bambina riconobbe in quelle figure due malvagie presenze femminili che, da ancelle di angeli demoniaci, erano venute ad annientare la sua felicità.
Rimediò così ad un macchinato progetto di tortura, illuminando le sue notti con una piccola torcia elettrica di Topolino, posta vicino al suo cuore.

domenica 27 settembre 2009

LA SCUOLA PRECARIA

La Scuola pubblica italiana sta vivendo, oggi come non mai, una grave situazione di precarietà e di svalutazione del suo ruolo educativo.
Quando si legge o si sente parlare di “crisi”, prima ancora di pensare alla crisi finanziaria, che investe l'ambito economico, si dovrebbe pensare subito alla crisi culturale, quella che investe, indistintamente, tutti i cittadini di uno Stato.
Se si è convinti che le vittime, le uniche vittime dei tagli alla Scuola siano gli insegnanti, da anni precari o addirittura senza neanche un contratto a tempo determinato, ci si sbaglia. E' vero che i docenti soffrono in primis le ingiustizie della Riforma Gelmini/Tremonti, ma coloro che a lunga scadenza patiranno una fame di sapere sono i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, gli uomini e le donne di domani, la generazione futura, privata di un diritto inalienabile. L'articolo 34 della nostra Costituzione recita: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".
Vediamo, invece, quali incoerenze sono state emanate o non modificate dall'attuale governo:
1.Una scuola su due in Italia non è costruita secondo le norme di sicurezza;
2.E' aumentato l' investimento nella scuola privata e diminuito quello nella scuola pubblica;
3.Il numero dei docenti varia in modo inversamente proporzionale rispetto a quello degli alunni, perchè aumentano gli alunni e diminuiscono i professori;
4.I precari sono e saranno sempre più precari;
5.Diminuendo il numero di insegnanti in servizio, diminuisce il tempo-scuola degli studenti;
6.Si eliminano le ore di Italiano messe a disposizione nelle scuole medie per corsi di recupero, sostituendole con altre ore per gli stessi corsi di recupero all'Università;
7.Non potrà essere superata la soglia del 30% di studenti extracomunitari per classe;
8.Si riducono gli incentivi alle scuole serali, frequentate da adulti che intendono ottenere la licenza media o il diploma di maturità;
9.Lo stipendio di un insegnante è paragonabile a quello di un operatore ecologico (con tutto rispetto per la classe lavoratrice in questione);
10.Le ore di lavoro settimanali svolte da un docente non dovrebbero essere contate soltanto in base alle ore di lezione della mattina, ma anche in base al compimento della programmazione didattica;
11.Nelle scuole italiane manca un supervisore che controlli l'effettiva programmazione didattica svolta dai docenti e che valuti l'organizzazione degli istituti;
12.Nelle scuole italiane spesso manca il materiale di base col quale e nel quale lavorare: fogli, gessi, toner, carta, aule, lavagne, cartine geografiche, laboratori;
13.Si eliminano le SSIS (Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento nelle Secondarie, frequentate dopo la laurea ed il superamento di un concorso a numero chiuso, della durata di due anni, con studio intenso, esami e tirocini) e si istituiscono i corsi di abilitazione all'insegnamento, che dureranno un solo anno;
14.L'età media degli insegnanti italiani è di gran lunga superiore a quella dei colleghi stranieri.
Analizziamo, nello specifico, i gravi danni diretti contro il sistema scolastico statale.
Intanto il più importante, che compromette l'accesso agli edifici scolastici: la sicurezza, poiché la metà delle scuole italiane non è costruita a norma di legge, o per carenza di fondi o perchè risale a più di trenta anni fa. L'indagine è stata eseguita di recente, nello scorso a.s., in seguito alla morte di uno studente di scuola superiore a Torino, vittima di un tubo rugginoso che è caduto dal soffitto di un'aula. Si può morire a scuola? Si può morire in un ambiente che dovrebbe garantire il benessere e la crescita dei ragazzi? Si può morire, rispettando il diritto e il dovere allo studio? Nonostante ogni risposta a queste domande sia negativa (a rigor di logica), questo è successo! In una Repubblica che ha firmato una carta costituzionale.
Il secondo punto della lunga lista di critiche alla riforma della scuola, sembra più una barzelletta che altro. Com'è possibile che, anche solo per definizione, un Ministero della Pubblica Istruzione riduca in maniera massiccia e progressiva (fino al 2012) gli investimenti nelle scuole pubbliche, a favore di quelle private? Da ciò deduciamo facilmente che, oltre a non rispettare il titolo di “Pubblica Istruzione”, il governo considera le scuole al pari di aziende, dove colui che un tempo veniva chiamato soltanto “preside”, oggi riceve sempre più l'appellativo di “dirigente scolastico”; dove si divulgano i Piani delle Offerte Formative come volantini pubblicitari; dove si fa molta politica e poca formazione. Viene diffuso quindi un messaggio deviato, secondo il quale le scuole pubbliche hanno minor potere rispetto a quelle private, che dispongono di più capitali per pagare docenti e per impartire agli alunni un livello d'istruzione che vuol essere migliore. Ci sarà quindi una massa di cittadini che continuerà a mandare i propri figli nelle scuole pubbliche, mentre i figli di manager e imprenditori potranno accedere a percorsi formativi privilegiati, riproponendo una passata distinzione sociale tra ricchi e poveri, senza la tutela, questi ultimi, dello Stato.
Un' altra incoerenza che penalizza enormemente la scuola statale, trova origine nell' inadeguatezza numerica degli insegnanti, a fronte di un consistente aumento degli studenti. Con questo triste scenario sono state formate classi con più di 25 alunni (numero massimo consentito dalla legge), sono sparite alcune sezioni e sono state accorpate alcune classi di anni diversi, nella scuola media.
Intensificando poi la situazione di precarietà dei docenti, che comprende una riduzione o un'eliminazione dell'orario di lavoro, una paga ridotta, una rassegnazione di fondo all'insegnamento ed uno sbarramento alle capacità educative e ai metodi didattici accumulati, non si garantisce la continuità scolastica, cioè la possibilità per un alunno di avere lo stesso insegnante per tutto il percorso di studi. La continuità favorirebbe sia gli studenti che gli insegnanti, per la conoscenza reciproca che hanno, per il modo avviato di organizzare i compiti e di prepararsi all'esame finale del ciclo scolastico.
Altre opportunità di apprendimento che sono ridotte o che vengono a mancare con la diminuzione dei docenti sono: il tempo pieno, con rientri pomeridiani; le classi aperte, con corsi di recupero, consolidamento o potenziamento, a seconda del livello raggiunto dall'alunno; e le attività laboratoriali, per approfondire specifici argomenti di studio e per tradurli in pratiche alternative come le rappresentazioni teatrali.
Un'incoerenza bella e buona della Riforma Gelmini/Tremonti è l'eliminazione delle ore di Italiano messe a disposizione nelle scuole medie per corsi di recupero, sostituendole con altre ore per gli stessi corsi di recupero all'Università. Questa manovra è assurda, non ha proprio senso! Ma come, si muovono dei fondi da una parte all'altra dell'istruzione, per indirizzarli ad una stessa finalità, cioè il ripasso della lingua italiana? Il recupero delle nozioni di base della grammatica italiana deve avvenire alle scuole medie (secondarie di primo grado), perchè rientra espressamente nel programma didattico del triennio di studi, durante la fase critica di apprendimento, nella quale gli studenti sono chiamati ad imparare a scrivere correttamente ed a formulare messaggi di senso compiuto. Ma credere di riuscire a colmare le lacune linguistiche a diciotto-venti anni di età, quando ormai uno studente universitario ha incamerato un certo modo di esprimersi, ripetendo magari automaticamente alcuni errori ortografici e morfologici, è quasi un'utopia! E' come dare il tempo agli alunni per diventare asini finchè, di fronte all'evidenza dell'ignoranza, si pone rimedio ricorrendo al corso di recupero, come intervento estremo. Non è meglio prevenire, prima che curare??
Quando leggo che non potrà essere superata la soglia del 30% di studenti extracomunitari per classe e che si riducono gli incentivi alle scuole serali, mentre vengono proclamati discorsi di tutt'altro tipo, rimango allibita. Ieri (24 Settembre 2009) si è tenuta nel cortile del Quirinale la Giornata inaugurale di Inizio ufficiale dell'a.s., alla quale hanno presieduto il Capo dello Stato ed il Ministro Gelmini, di fronte ad una platea di studenti addobbati a festa, con la “divisa” ispirata ai colori della bandiera italiana. I discorsi perbene, pronunciati con enfasi da parte delle autorità politiche, vertevano sul motto “no alla discriminazione, sì alla meritocrazia”. Ma come si può parlare così, quando per primo, il governo, discrimina gli extracomunitari a non essere più di un tot per classe? E per giunta con una mossa in controtendenza, dato che l'immigrazione è in costante aumento! La stessa discriminazione è da collegare alla distinzione tra studenti in età scolare e studenti adulti, penalizzati perchè sono appunto fuori età.
Come si può, inoltre, parlare di meritocrazia, quando lo stipendio di un insegnante è paragonabile a quello di un operatore ecologico (con tutto rispetto per la classe lavoratrice in questione), quando le ore di lavoro settimanali svolte da un docente vengono contate soltanto in base alle ore di lezione della mattina, e quando nelle scuole italiane manca un supervisore che controlli lo svolgimento effettivo della programmazione didattica e che valuti l'organizzazione degli istituti??
Una situazione che illustra chiaramente il degrado totale nel quale sono immerse le scuole italiane, abbandonate alla deriva di qualsiasi sostegno, è la mancanza del materiale di base col quale e nel quale lavorare, tipo fogli, gessi, toner, carta, aule, lavagne, cartine geografiche, laboratori. E quando questi oggetti si trovano nelle scuole, spesso sono da rimettere a nuovo. Dall'inizio di questo a.s. ho letto diversi reclami da parte di genitori rivolti ai dirigenti scolastici, perchè nell'istituto frequentato dal proprio figlio mancavano tali materiali, quindi sono stati costretti a fare colletta e a comprarli con i loro soldi.
Anche la forma di reclutamento degli insegnanti cambierà: si elimineranno le SSIS (Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento nelle Secondarie, frequentate dopo la laurea ed il superamento di un concorso a numero chiuso, della durata di due anni, con studio intenso, esami e tirocini), sostituendole con i Tirocini di Formazione Attiva, che dureranno un solo anno (e che mi auguro non sfornino personale da inserire, senza paga o sottopagato, al posto dei già abilitati docenti inseriti in graduatoria da tempo). Se l'attuale governo sostiene di voler premiare il merito degli insegnanti e di selezionarli secondo le reali esigenze di lavoro, è convinto che questa sia una soluzione, dimezzando il tempo per ottenere l'abilitazione??
A conclusione dello snervante elenco di problemi che affliggono sempre più la nostra Scuola c'è l'immagine di un corpo docente vecchio, decrepito, con un'età media quasi al limite del pensionamento. Stimolante, no?
Se il governo ed i cittadini non rivalutano l'ordine dei provvedimenti più urgenti da attuare a favore dell'intera comunità, l'Italia sarà una nave che affonda nei mari del potere, della corruzione e dell'ignoranza. Altrimenti, tra un ventennio, la nostra società si troverà gestita da avvocati che non conoscono le leggi, da medici che non sanno curare, da ingegneri che non sanno calcolare, da commercianti che non sanno vendere, da letterati che non sanno parlare, e così via, dimenticando il rispetto e l'educazione che un tempo venivano trasmessi dalle maestre.

lunedì 14 settembre 2009

CACCIA AI PIROMANI !!

Di recente, la catena montuosa delle Dolomiti è stata riconosciuta Patrimonio dell'umanità, per la bellezza ineguagliabile dei suoi paesaggi, caratterizzati da forme e colori irripetibili.

Sempre di recente, altri bei paesaggi naturali d'Italia vengono distrutti da incendi dolosi.
Sono andati velocemente in fumo centinaia di ettari di boschi in Liguria ed in Toscana, in particolare nelle zone di Morrona, Castelfranco e Santa Maria a Monte.
Lo scenario più preoccupante si è verificato sui Monti Pisani, tra Calci, Vicopisano e Caprona, dove fiamme altissime e voraci, incrementate dalla forza del vento, hanno devastato le aree verdi, creando un'enorme nube nera. In un solo pomeriggio, 35 roghi sono stati volutamente appiccati dall'uomo!
Ma che uomo è quello che agisce così? Possiamo pensare che appartenga alla specie umana? Il guaio è che, anche gli scienziati più autorevoli, non potrebbero smentirlo.
I piromani, i balordi, gli scellerati e gli amorfi che agiscono con premeditazione – perchè di questo si tratta – calcolando i tempi, le condizioni meteo ed il tipo di terreno, non si rendono conto che in un attimo può finire tutto. E' una vera frase capitale, perchè i naturali ritmi di crescita di una pianta, che può vivere anche più di cento anni, vengono così azzerati in un baleno, con un veloce gesto incosciente. Pensiamo a come sono lenti e graduali nel tempo i processi di sviluppo di una pianta, che da seme diventa pianticella, fino a raggiungere le dimensioni di un albero, con le foglie rigogliose, il tronco robusto ed un'altezza di diversi metri! E pensiamo come, al contrario, un istantaneo ed improvviso gesto possa distruggere una vasta famiglia di alberi, in pochi minuti.
Se invece l'autore di queste distruzioni è consapevole, credo che lo faccia soltanto per avere visibilità, per “andare sui giornali”, per essere letto e commentato dall'opinione pubblica, quindi per sentirsi importante o soltanto per acquistare un'identità.
Il piromane è un'emblematica figura sociale, che si reputa uno stratega di guerra ed un potente comandante, mentre è in realtà solo una povera vittima di impulsi istintivi che non riesce a controllare. In lui, il fuoco in fiamme, la distruzione di beni pubblici ed il terrore che si diffonde tra la gente, generano soddisfazione, godimento, piacere estremo, perchè sa di essere il responsabile di tanta agitazione. E' un malato come lo era l'imperatore Nerone che, in preda alla follia ed alla crudeltà, distrusse con un incendio l'antica città di Roma.
Come si può uccidere in maniera così barbara un patrimonio ambientale che cerca di salvarci dall'inquinamento, che infonde benessere ai nostri polmoni e ai nostri sguardi, e che ha segnato la storia dei nostri bisnonni, senza contare che le colline toscane non hanno paragoni nel resto del mondo?
Già la nostra madre Terra è parecchio compromessa dai nostri pericolosi e progressivi stili di vita, perciò soffre dell'effetto serra e delle sue innumerevoli conseguenze, come l'aumento della temperatura.........
Già si preannuncia un'ipotetica fine del mondo nel 2012, cioè tra tre anni...............
Ci aggiungiamo anche questi spietati atti di inciviltà, e non ci resterà neanche un piccolo spazio di giardino per veder crescere dei fiori!

sabato 12 settembre 2009

MANCANO LE NOTIZIE

Autorevoli giornalisti contemporanei riconoscono che la stampa italiana è ormai arida di articoli che facciano veramente notizia e che trasmettano un'effettiva informazione pubblica. Si leggono infatti quotidiani infarciti di paginate contenenti andamenti della Borsa, riepiloghi di partite calcistiche già disputate, annunci di offerte lavorative e cronache mascherate sul circense scenario politico nazionale, senza considerare i ridondanti inserti pubblicitari.
Questo perchè sono scomparsi illustri relatori della realtà, come Enzo Biagi e Indro Montanelli, che svolgevano il proprio compito in modo serio e costruttivo per la società, liberi da dipendenze di natura politica o imprenditoriale – come si verifica purtroppo oggi – ed assidui lottatori per la conquista della verità.
Il misero spessore culturale – di una cultura che si apprende pure dal resoconto delle vicende di tutti i giorni – dei nostri giornali deriva anche dal fatto che mancano concretamente le notizie. News illuminanti, che riescano ad aprire gli occhi dei cittadini sul ventaglio completo delle dinamiche degli eventi, non si ritrovano nella carta stampata che viene finanziata unicamente dai partiti politici e che è costretta a rispondere in base agli ordini del padrone. Vengono quindi veicolate molte informazioni, riscritte narrazioni preconfezionate, diffusi parziali avvenimenti e pubblicate soltanto le affermazioni lecite, nel senso che si dimostrano in linea con la maggioranza politica del Governo, mentre i dolenti retroscena vengono taciuti.
Al contrario, le vere notizie, quelle affidabili, da destinare ai comuni cittadini, dovrebbero ricoprire un'azione rivoluzionaria, di opposizione alla maggioranza, di controtendenza rispetto alle direttive “ufficiali” dei “più” e dei “più forti”, per far capire che non esiste un'unica verità assoluta, perlomeno quella decantata da chi finanzia il giornale e da chi sta sul piedistallo governativo.
Ci vorrebbe una ventata d'aria fresca a spazzare via per sempre le ruggini di questo sistema giornalistico, a slegare il bavaglio che oscura gli scandali in stile boccaccesco che tanto fanno sorridere e divertire ultimamente il resto del mondo. All'estero la stampa pubblica ci deride, rimane allibita dalla politica del bel Paese e si meraviglia su come gli Italiani abbiano potuto votare ripetutamente l'attuale Presidente del Consiglio, coinvolto anche in un giro di prostituzione.
In Italia, invece, vige una perenne omertà, per cui si ha paura a scrivere e a parlare di corruzione della classe politica, di nebbia sui contorti processi legali, di potere acquistato e ceduto sempre di più alle organizzazioni mafiose e, infine, di “era delle puttane”, come ha usato appropriatamente Antonio Padellaro, uno dei pochi giornalisti tenaci.
Ecco che, scavando tra le cronache straniere e le dichiarazioni di pochi validi giornalisti, emergono le trame di veritiere storie, di nascoste verità, di mancate notizie.

mercoledì 9 settembre 2009

L' EREDITA' DIMENTICATA

Ovunque il nostro sguardo si posi su opere di recente costruzione, non possiamo non notare come i tempi siano cambiati. Sono cambiate le mode, i modelli di successo, gli stili di vita, gli interessi e le maniere di relazionarsi con gli altri: è cambiata insomma la società.
E questo può risultare un fatto naturale, che segna l’evoluzione o l’involuzione spontanea di qualsiasi civiltà nel corso della storia.
Le trasformazioni moderne in atto hanno condizionato anche il modo di progettare gli spazi d’insediamento umano, dalle abitazioni agli uffici, dalle piazze ai centri commerciali, con un largo investimento economico nel mercato privato delle case, dei negozi e dei locali (di un certo svago).
I luoghi pubblici, nel senso della proprietà e dell’utenza, hanno mantenuto o addirittura ridotto la propria superficie, vedendo progressivamente svalutare la specifica funzione, ma ricevendo in cambio un distintivo, quasi un premio alla pazienza. Il sigillo di riconoscimento è rappresentato dal nuovo prodotto artistico: dall’arredamento in stile etnico alla scultura indefinibile, che fanno molto fashion!
Credo che siamo giunti ad un capolinea, sul quale la gente andrà a sbatterci la grossolana testa, se non prende provvedimenti in tempo.
E’ possibile che, per assaporare l’arte buona, vera, educatrice, ci si debba recare soltanto nei musei, creati apposta per conservare e tutelare preziosi tesori del passato?
Questi luoghi, scrigni di sapere, rischiano di rimanere purtroppo lettera morta: richiamo per pochi animi eletti, sensibili alla mano di grandi maestri, oppure tappa di una massa informe di turisti sprovveduti.

Mi pare doveroso citare una parte del discorso “E’ ancora possibile la poesia?” che il poeta Eugenio Montale tenne all’Accademia di Svezia il giorno 12 Dicembre 1975 in occasione del ricevimento del Premio Nobel per la Letteratura:
Sono qui perché ho scritto poesie: sei volumi, oltre a innumerevoli traduzioni e saggi critici. Hanno detto che è una produzione scarsa, forse supponendo che il poeta sia un produttore di mercanzie; le macchine debbono essere impiegate al massimo. Per fortuna la poesia non è una merce. Essa è una entità di cui si sa assai poco…. Per mio conto, se considero la poesia come un oggetto, ritengo ch’essa sia nata dalla necessità di aggiungere un suono vocale (parola) al martellamento delle prime musiche tribali.
……. Evidentemente le arti, tutte le arti visuali, stanno democraticizzandosi nel senso peggiore della parola. L’arte è produzione di oggetti di consumo, da usarsi e da buttarsi via in attesa di un nuovo mondo nel quale l’uomo sia riuscito a liberarsi di tutto, anche della propria coscienza.
…… Non solo la poesia, ma tutto il mondo dell’espressione artistica o sedicente tale è entrato in una crisi che è strettamente legata alla condizione umana, al nostro esistere di esseri umani, alla nostra certezza o illusione di crederci esseri privilegiati, i soli che si credono padroni della loro sorte e depositari di un destino che nessun’altra creatura vivente può vantare. Inutile dunque chiedersi quale sarà il destino delle arti. E’ come chiedersi se l’uomo di domani, di un domani magari lontanissimo, potrà risolvere le tragiche contraddizioni su cui si dibatte fin dal primo giorno della Creazione(e se di un tale giorno, che può essere un’epoca sterminata, possa ancora parlarsi).

Probabilmente le creazioni artistiche ed architettoniche di oggi vengono concepite e progettate come merci, come prodotti economici destinati ad un incurante mercato rionale che deve: accatastare gli oggetti,
catalogarli per genere,
lucidarli con oli rigeneranti,
sponsorizzarli con ogni tipo di pubblicità,
etichettarli coi curricola vaporosi dei loro artefici,
esaltarli con prezzi di vendita gonfiati,
distribuirli ad un pubblico di profani dirigenti comunali e di baroni leccati.

In conclusione, riprendendo il condiviso pensiero di Montale, si capisce che la crisi dell’arte è causa diretta della crisi della condizione umana, dell’uomo moderno che è dentro ad un tunnel buio, dimentico della civiltà ereditata dagli antichi.

martedì 8 settembre 2009

CHE SITUAZIONE..... !

Pensare che gran parte dei nostri uomini politici sono malavitosi, corrotti, sleali, ladri, egoisti, approfittatori: cattivi esempi, insomma, di cittadini in uno Stato democratico che ha festeggiato quest’anno i sessanta anni dall’entrata in vigore della Costituzione!
Proprio loro che dovrebbero rappresentarci in Parlamento………..!

Pensare che gli avvocati scrivono carte false, loro che dovrebbero incarnare la Giustizia!
E pensare che a volte difendono il più ricco o addirittura chi è un assassino, intascando sempre più denaro in processi che durano decenni.
E dire che la legge è uguale per tutti……!

Pensare che l’articolo n. 1 della nostra Costituzione recita che “L’ Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Ma quale lavoro, che oggi sono più i precari che i lavoratori a tempo indeterminato? Poiché il lavoro attualmente non costituisce più un fondamento della società, né un diritto e nemmeno un dovere, i livelli di povertà economica e di precarietà sociale crollano.
E dire che il lavoro nobilita l’uomo………!

Pensare che una società, un paese ed uno Stato non crescono se non si mettono i nostri figli in condizione di crescere, attraverso una sana e sicura educazione. Ma com’è possibile trasmettere agli adulti di domani l’interesse e l’amore per la cultura, fatta di sapere e di rispetto, se invece di investire nella Scuola pubblica, un governo investe in ridicoli programmi televisivi ed in massicci cantieri industriali?
E ripensare che l’istruzione dovrebbe essere una priorità per una nazione civile e sviluppata (che almeno afferma di esserlo)………….!

Pensare quante sarebbero le notizie corrette ed importanti per la conoscenza di come va il mondo e considerare purtroppo quante sono le informazioni inesatte, incomplete, falsificate ed illusorie.
Furono gli Illuministi i primi a rendersi conto che la divulgazione di una leale informazione, attraverso i giornali, contribuiva alla diffusione del sapere ed alla formazione di un’opinione pubblica, ma non ci hanno insegnato ad usarla così male.
E pensare quanti sono i quotidiani, le riviste, i siti Internet, le pubblicità e le agenzie che dovrebbero veramente informare, ma che non lo fanno……….!

giovedì 3 settembre 2009

I BUCHI NERI

Il concetto di “buco nero” (black hole), nato di recente nell’ambito dell’astronomia, sta ad indicare, concisamente, una zona del cosmo priva di coordinate spazio-temporali, dove non esistono né riferimenti di luogo né parametri di tempo. Consiglio a tal proposito la lettura del libro di Stephen Hawking “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”.
Già il fatto stesso di pensare a queste zone d’ombra ci proietta in un baratro, ci fa precipitare in un vortice infinito, ci invade di mistero, di rabbia e di dubbio. Restiamo improvvisamente immobili ed impotenti di fronte alla grandezza dell’universo ed alla genesi che lo accompagna!
Dall’antichità l’uomo si è interrogato sull’origine dei fenomeni naturali, sulla nascita della propria specie ed ancor prima sulla formazione del Tutto; anche oggi sono in corso ricerche scientifiche, ma non sempre è possibile fornire risposte valide, spiegazioni dimostrabili.
Non potendo anticipare i progressi della Scienza, mi consola divagare su affascinanti teorie fantastiche e leggendarie, come quelle contenute in pagine della letteratura classica.
Secondo Ludovico Ariosto, per esempio, i buchi neri si trovano sulla luna dove si radunano tutte le cose perdute sulla terra: l’amore che svanisce, la gloria passata e la saggezza umana.
Infatti, nel canto XXXIV dell’ “Orlando furioso”, viene trovata sulla luna un’ampolla contenente il senno di Orlando che Astolfo riconsegna al proprietario impazzito. In groppa al mitologico ippogrifo, Astolfo giunge al paradiso terrestre e poi sulla luna, grazie all’aiuto di S. Giovanni evangelista. Così l’Ariosto ci presenta la scena di arrivo sul satellite:
Da l’apostolo santo fu condutto
in un vallon fra due montagne istretto,
ove mirabilmente era ridutto
ciò che si perde o per nostro diffetto,
o per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna.

………

Le lacrime e i sospiri degli amanti,
l’inutil tempo che si perde a giuoco,
e l’ozio lungo d’uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai loco,
…….

e vi son tutte l’occurrenzie nostre:
sol la pazzia non v’è poca né assai;
che sta qua giù, né se ne parte mai.
………

io dico il senno: e n’era quivi un monte,
solo assai più che l’altre cose conte.

Era come un liquor suttile e molle,
atto a esalar, se non si tien ben chiuso;
e si vedea raccolto in varie ampolle,
qual più, qual men capace, atte a quell’uso.
Quella è maggior di tutte, in che del folle
signor d’Anglante era il gran senno infuso;
e fu da l’altre conosciuta, quando
avea scritto di fuor: “Senno d’Orlando”.

martedì 1 settembre 2009

DOVE NASCONO LE CAMPANULE

Vi siete mai chiesti dove nascono le campanule?
Ed ancor prima, sapete cosa sono le campanule?
Sono dei delicati fiori penduli riuniti in grappoli, di colore bianco, blu o violetto. Questi fiori hanno un unico difetto, ancorato alla loro struttura genetica: appartengono al genere di piante erbacee. Sono stati quindi destinati da madre natura a convivere con erbe selvatiche, con piante anonime, con insulse erbacce che sbucano repentinamente dagli angoli degradati delle strade.
Sembra impossibile che fiorellini così graziosi e di una ricca semplicità, come persone raffinate e discrete, riescano a sopravvivere accanto ai rifiuti ed all’erba di campo nata per caso, come esseri incivili e privi di storia. Eppure può succedere: come ormai non ci scandalizziamo più dell’ignoranza, della scorrettezza e della violenza che ammorba il pianeta, altrettanto non dobbiamo escludere la possibilità di colpi di scena in positivo. Altrimenti non ci sarei io qui a scriverne!
La forza di queste creature della natura sta nell’essere costantemente combattive, nel conservare la propria forma di indipendenza, al di là dell’ambiente che le circonda, oltre ogni barriera fisica. Quando allora ci apprestiamo a circonvallare una rotatoria (che giramento di testa!), quando intravediamo a distanza una discarica a cielo aperto o quando, semplicemente, camminiamo sui marciapiedi d’asfalto che raccolgono sporcizia e volantini volati, non dobbiamo disperare. Può sempre sbucare da qualche angolino un boccio di campanula a darci la speranza.

Mi rivolgo a te, che non conosci Marcovaldo il protagonista, che non ti sei mai avvicinato al clima leggiadro delle favole, senza mai quindi valutarne la morale e che ti costruisci un mondo unicamente a tua immagine e somiglianza:
<< Ogni tanto guarda più in là del tuo naso, evita di avere sempre la testa tra le nuvole e dirotta lo sguardo in basso, non alle cose materiali, ma alla materia della vita!>>.

venerdì 28 agosto 2009

ANDAR PER SITI

Come un tempo eruditi archeologi si inoltravano su misteriosi sentieri abbandonati, alla ricerca di tracce di civiltà, così oggi una flotta di navigatori accaniti si spinge oltre i confini del sapere umano per scoprire nuove terre virtuali.

Come un tempo appassionati studiosi di siti millenari ricostruivano antiche mappe del tesoro per ritrovare preziosi reperti datati, così oggi una massa informe risponde agli input del dio Internet, nella cieca speranza di costruirsi una vita migliore.

Come un tempo spensierati fanciulli correvano nel verde chiaro di sconfinati campi per giocare con le spighe di grano e per imitare il volo delle farfalle, così oggi ombrosi adulti si immobilizzano di fronte ad un grigio schermo piatto per accumulare nella mente caotiche informazioni pubblicitarie.

Come un tempo saggi anziani passeggiavano su lineari viali alberati per ritemprare le membra e per ricongiungersi con l’ambiente naturale, così oggi vecchi rimbambiti si perdono dietro ad oscene immagini ammalianti per rimpiangere le sensuali esperienze giovanili.

Come un tempo energici salutisti scalavano montagne rocciose o si tuffavano nelle profondità marine per assaporare il piacere dell’avventura e per soddisfare il desiderio di conoscenza, così oggi flaccidi soldati vengono addestrati a catturare il maggior numero di utenti Interconnessi, attraverso ingannevoli giochini di prestigio per azzerare gli impulsi nervosi.

mercoledì 26 agosto 2009

EMERGENZA ASSOCIAZIONISMO!

Il suffisso “ismo” contenuto nel termine “associazionismo” sta ad indicare una tendenza di comportamenti collettivi; nello specifico, si riferisce al fenomeno socio-politico dell'aggregarsi in associazione.
L'emergenza associazionismo, che è possibile registrare col passare degli anni, nasce dalla deriva dell'Io.
Almeno nella società occidentale contemporanea l'individuo sta perdendo di vista se stesso, non riconosce i punti cardinali della propria identità, dimenticando oppure oscurando il percorso della propria vita, dalle origini passate alle aspirazioni future.
Un'ancora di salvezza per il naufragio dell'anima, un raggio di sole che illumini la mente degli stolti ed un soffio di vento che diriga la banderuola del Sé sono stati diffusamente e sommariamente interpretati nell'associazionismo.
Non si è cittadini se non si collabora con la consulta di quartiere, non si è sportivi se non si partecipa alle maratone podistiche, non si è appassionati di musica se non si è inscritti al fan-club che applaude Fabri Fibra, e così via.
Siamo invece persone insensibili se non siamo soci della cooperativa sociale “Peace and love”, siamo invece privi di una coscienza politica se non abbiamo la tessera di un partito (tanto uno vale l'altro), siamo invece analfabeti se non partecipiamo agli incontri letterari organizati dal club “Les maitres” (direttamente dalla Sorbona!) o dal circolo sotto casa “Le so tutte!”.
Se poi vogliamo sentirci totalmente calpestati nella dignità, dobbiamo misurarci con coloro che sono riusciti ad entrare in un privé (e non va aggiunto altro, di cosa non si sa, perchè altrimenti si svela il segreto, si infrange la privacy, e allora che privé sarebbe?), con coloro che hanno fondato il ritrovo del cacciatore “No spari? No speri!”, e con coloro che, all'interno dell'associazione “Non fate la guerra, fate l'amore” (sul piede di guerra, stranamente, con la vicina concorrente “Peace and love” per maggior numero di adesioni), si sono inventati il corso di “Disegno del tubo fuoriuscente dal prisma su base 8 elevato al quadrato” (che neanche un ingegnere sa cosa sia).
E ci sono inoltre quelli che, rapiti appieno dal vortice dell'associazionismo, si sono abbonati al corso di ballo, tenuto nell'attrezzatissima palestra fuori porta, che alterna lezioni di tango argentino (con maestri calienti originari della Pampas) a danze di gruppo, per un anno intero. E i corsi di cucina? Non possiamo mica pensare ad una futura donna di casa che non sa quale piatto preparare al suo amoruccio........ bisogna pur saperlo prendere per la gola con ricette raffinate, ipocaloriche e ben confezionate ma, allo stesso tempo, di facile e veloce preparazione! Per ritenersi infine cittadini del mondo e conoscere almeno la lingua veicolare delle comunicazioni internazionali è doveroso superare il test d'ammissione alla “Britisce Sculle” che insegna un inglese italianizzato a gente che non parla correttamente neanche la lingua-madre.
A chiudere la lista dei condannati all'aggregazione programmata, rigida, martellante (tipo disco-music) e falsamente gratificante per il sngolo che incontra persone alla pari (perciò non stimolanti intellettivamente), si snoda la schiera dei caritatevoli, degli assidui praticanti le funzioni religiose, sempre proni negli appositi luoghi di culto, ambiziosi nei nebulosi ideali e generosi verso i poveri pur avendone le tasche piene .
Pur riconoscendo che l'uomo è fatto per vivere in società, per confrontarsi con gli altri, per condividere con essi gioie e dolori, per collaborare alla costruzione di un futuro migliore, è però allarmante l'evolversi a macchia d'olio delle associazioni, qualunque siano la loro natura ed i loro scopi.
Combattiamo questa emergenza osservando il fenomeno con occhi da straniero ed uscendo pian piano dal sistema, per dare voce finalmente al nostro Io.

lunedì 24 agosto 2009

Cultura moderna

CULTURA MODERNA



E’ il titolo di un’avvincente trasmissione televisiva.
Ingloba le conoscenze e le competenze sulle banalità della vita.
Segnala il deragliamento di un treno al capolinea del mondo.
Possiedono una cultura moderna coloro che si intendono di marche.
Chi veste fashion e chi frequenta i locali alla moda è un moderno acculturato.
Chi riesce ad abbinare il vestito alla scarpa, al trucco ed al capello tattico funziona.
Significa fare lo scemo in televisione.
Significa guardare chi fa lo scemo in televisione.
Si apprende dopo anni e anni di svuotamento del cervello.
Ti serve a capire la trama di una qualsiasi fiction.
Ti permette di indovinare il nome di un partecipante ad un reality.
Ti aiuta a vincere tanti soldini per aver creduto in un numero.
Ti fa salire sull’autovettura dotata di più comfort.
Ti cambia i connotati naturali fino a farti diventare una bambola gonfiabile.
E’ incisa sulle facce di quelli che prendono l’aperitivo al bar per contratto.
E’ in un sogno andato a male ed in un incubo ben conservato.
Si vede sui volti invecchiati dei giovani e su quelli ringiovaniti dei vecchi.
Si legge tra le pagine di un volantino pubblicitario.
Si ottiene mettendosi in posa davanti ad una telecamera.
E’ intessuta nei discorsi senza senso, ma che fanno tanto fumo.
E’ la brama di diventare famosi, anche a costo di essere naufraghi su un’isola.
E’ impressa nel passo lento di chi si è ormai arreso alla vita.
E’ impressa nel passo svelto di chi rincorre il vento.
E’ scritta nel biglietto della lotteria comprato per vincere.
Si ricava dal guadagno facile che non investe in talenti.
Sta nell’Io e solo Io, anche in mezzo a molti Noi.


Estate 2007