mercoledì 26 agosto 2009

EMERGENZA ASSOCIAZIONISMO!

Il suffisso “ismo” contenuto nel termine “associazionismo” sta ad indicare una tendenza di comportamenti collettivi; nello specifico, si riferisce al fenomeno socio-politico dell'aggregarsi in associazione.
L'emergenza associazionismo, che è possibile registrare col passare degli anni, nasce dalla deriva dell'Io.
Almeno nella società occidentale contemporanea l'individuo sta perdendo di vista se stesso, non riconosce i punti cardinali della propria identità, dimenticando oppure oscurando il percorso della propria vita, dalle origini passate alle aspirazioni future.
Un'ancora di salvezza per il naufragio dell'anima, un raggio di sole che illumini la mente degli stolti ed un soffio di vento che diriga la banderuola del Sé sono stati diffusamente e sommariamente interpretati nell'associazionismo.
Non si è cittadini se non si collabora con la consulta di quartiere, non si è sportivi se non si partecipa alle maratone podistiche, non si è appassionati di musica se non si è inscritti al fan-club che applaude Fabri Fibra, e così via.
Siamo invece persone insensibili se non siamo soci della cooperativa sociale “Peace and love”, siamo invece privi di una coscienza politica se non abbiamo la tessera di un partito (tanto uno vale l'altro), siamo invece analfabeti se non partecipiamo agli incontri letterari organizati dal club “Les maitres” (direttamente dalla Sorbona!) o dal circolo sotto casa “Le so tutte!”.
Se poi vogliamo sentirci totalmente calpestati nella dignità, dobbiamo misurarci con coloro che sono riusciti ad entrare in un privé (e non va aggiunto altro, di cosa non si sa, perchè altrimenti si svela il segreto, si infrange la privacy, e allora che privé sarebbe?), con coloro che hanno fondato il ritrovo del cacciatore “No spari? No speri!”, e con coloro che, all'interno dell'associazione “Non fate la guerra, fate l'amore” (sul piede di guerra, stranamente, con la vicina concorrente “Peace and love” per maggior numero di adesioni), si sono inventati il corso di “Disegno del tubo fuoriuscente dal prisma su base 8 elevato al quadrato” (che neanche un ingegnere sa cosa sia).
E ci sono inoltre quelli che, rapiti appieno dal vortice dell'associazionismo, si sono abbonati al corso di ballo, tenuto nell'attrezzatissima palestra fuori porta, che alterna lezioni di tango argentino (con maestri calienti originari della Pampas) a danze di gruppo, per un anno intero. E i corsi di cucina? Non possiamo mica pensare ad una futura donna di casa che non sa quale piatto preparare al suo amoruccio........ bisogna pur saperlo prendere per la gola con ricette raffinate, ipocaloriche e ben confezionate ma, allo stesso tempo, di facile e veloce preparazione! Per ritenersi infine cittadini del mondo e conoscere almeno la lingua veicolare delle comunicazioni internazionali è doveroso superare il test d'ammissione alla “Britisce Sculle” che insegna un inglese italianizzato a gente che non parla correttamente neanche la lingua-madre.
A chiudere la lista dei condannati all'aggregazione programmata, rigida, martellante (tipo disco-music) e falsamente gratificante per il sngolo che incontra persone alla pari (perciò non stimolanti intellettivamente), si snoda la schiera dei caritatevoli, degli assidui praticanti le funzioni religiose, sempre proni negli appositi luoghi di culto, ambiziosi nei nebulosi ideali e generosi verso i poveri pur avendone le tasche piene .
Pur riconoscendo che l'uomo è fatto per vivere in società, per confrontarsi con gli altri, per condividere con essi gioie e dolori, per collaborare alla costruzione di un futuro migliore, è però allarmante l'evolversi a macchia d'olio delle associazioni, qualunque siano la loro natura ed i loro scopi.
Combattiamo questa emergenza osservando il fenomeno con occhi da straniero ed uscendo pian piano dal sistema, per dare voce finalmente al nostro Io.

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