giovedì 25 febbraio 2010

DIALOGO TRA UNO STOMACO UMANO E UNA MACCHINETTA DA CAFFE'

Uno stomaco umano, al primo risveglio mattutino, salutava il nuovo giorno con un brontolìo smanioso che lamentava l'insonnia della trascorsa notte.
Una macchinetta da caffé, intanto, si preparava ad iniziare la giornata su un fornello a gas.
Nel silenzio della casa, rimbombava dalle pareti dello stomaco l'eco di un tamburo lontano, di una centrifuga in azione e di un concerto di rane stonate, il tutto condito da un vortice di cattivi pensieri: gllhgrah...glllhhgrrah...gllllhhhgrrahh!
Trasportato a forza dal letto alla cucina, lo stomaco si trovò di fronte la macchinetta, troneggiante su una fiamma di calore, che gli disse: ­<< Sei tu a fare tutta questa confusione? >>.
Le rispose lo stomaco innervosito: << Sì! Perchè, ti disturbo? Non dovresti parlare così presto... >>.
Gli obiettò sicura la macchinetta: << Io parlo quando mi pare! Con la corona sulla testa, l'elegante vestito argentato e la mano appuntata sul fianco per la postura impettita, sono la regina dei fornelli! >>.
Lo stomaco rise a quelle parole: << Ah ah, questa è bella! Una macchinetta da caffé che si crede una regina! >>.
Ribattè baldanzosa l'altra: << Certo! Sono la prima a rimettere in moto un corpo spossato come il tuo! Sono l'artefice di una bevanda apprezzata sempre e... >>
<< Mi sembrano eccessivi gli elogi che elargisci a te stessa! Considera che non fa bene bere caffé a grandi dosi. >> intervenne lo stomaco vuoto.
Continuò la macchinetta: << In qualità di regina, sono a capo di una dinastia che governa stomaci sia forti che deboli... >>.
<< Ti riferisci a me? >> si sentì chiamato in causa l'organo. << La debolezza che mi affligge non dipende tutta da me, ma è anche connaturata alla persona che mi sostiene. E' vero che io ho ritmi lenti di digestione, che inorridisco davanti a portate abbondanti, che vengo subito contagiato da qualsiasi virus e che mi chiudo come un riccio per ogni minimo attacco dall'esterno, ma pure l'uomo che mi alimenta ha le sue colpe...>>
<< Sarebbe a dire? >> chiese incuriosita la “signora”.
<< L'adulto bipede che tutte le mattine ti usa per preparare il caffè è grande e grosso, ma spesso si perde in un bicchier d'acqua per sciocchezze e va in tilt. >>
<< Come le macchine, quando vanno in panne a causa di un minuscolo cavo difettoso? >>
<< Esatto! Solo che nel mio caso non c'è il meccanico ad aggiustare o a cambiare un pezzo e via... >> confidò lo stomaco << Così le mie amarezze, che già di per sé sono note dolenti e bile nera, diventano un pugno, un peso piombo! >>.
<< Allora ascolta la mia musica, che ti rimetterà in sesto, che ti darà il buongiorno! Fsc... fsc... fscfsc...fscfscfsc...!>> iniziò pian piano a passare il caffè.
<< Come vedi, prima non dovevi criticarmi perchè facevo confusione!>> sostenne prontamente lo stomaco.
<< Ma la mia, tesoruccio strapazzato, non è confusione, bensì una piacevole musica! E' simile al fischio di un treno su cui viaggiare, è una melodia che accompagna il risveglio, è una tromba squillante che infonde energia per affrontare il lavoro!>> vantò orgogliosa la macchinetta in ebollizione.
<< …........ >>
<< Non sei d'accordo, stomacuccio?>>
<< Fino a stamani ero di tutt'altro avviso: ti reputavo una domestica compagna antipatica, alla pari di me, perchè ti sentivo ripetere questa mia voce cavernosa, gutturale, ombrosa. Ascoltando però i tuoi discorsi, devo ricredermi.
E ti dirò di più: ti ho rivalutata perchè sei ottimista e mi sproni ad abbandonare una volta per tutte le ansie, le ansiette e le loro cugine paure, che si scagliano impetuose contro di me inerte, provocandomi agitazione, nausea e brividi, giorno e notte. Adesso vedo sotto un'altra luce le lunghe ed affilate frecce laceranti, poiché ridimensiono i fattori di stress. >>
<< Non intendevo farti vomitare in questo modo!>> si scusò la “regina dei fornelli”.
<< Vomitare? Tu sapessi cosa significa davvero vomitare, a confronto con questo mio sfogo salutare...! Mi ha fatto bene, invece, confidarmi un po' con te, raccontandoti una parte della mia storia e rendendoti partecipe delle mie sofferenze. >>
<< Mi fa piacere, amico! Permetti un ballo al ritmo del mio canto? >>
<< Volentieri! Cosa festeggiamo? L'inizio di una nuova giornata, di una serie di giornate o di una nuova e vera amicizia? >>
<< Mi fai troppe domande alle quali non saprei risponderti, almeno ora. Balliamo e poi si vedrà, il resto verrà da sé! >>
<< Ben detto, mia regina! >>
<< Godi del sorseggiare lentamente il mio aromatico caffè, caldo e dal sapore intenso...! >>
<< Ahh, che liberazione! Vedo volar via dalla mia testa i fantasmi della notte! >>.

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