martedì 26 febbraio 2013

IL SOLE (IL S...OLE' !) Racconto per bambini

Nella preistoria del mondo, prima delle nostre vite e del nostro universo, tutto era buio. L'oscurità totale della continua notte era il Nulla, che se ne stava da solo ad occhi chiusi, fermo immobile, senza combinare niente, vuoto come un secchio senz'acqua e freddo come un blocco di ghiaccio polare. Tenebre e mistero vagavano inquieti in un tempo senza misura ed in uno spazio senza luoghi, perché tutto era indefinito: non esistevano cause, azioni e conseguenze che potessero cambiare l'unica situazione di stasi in un letargo avvolgente. Miliardi prima della storia del mondo, un enorme telo grezzo di un nero opaco ricopriva lo scenario di uno spettacolo che stava oltre, che si sarebbe dovuto rappresentare sul palcoscenico di un antico teatro, diroccato dai tempi dei tempi. In mezzo a colonne di pietra, resti di mura e rovine abbandonate, si cominciò ad alzare un vento che faceva muovere il tendaggio in ampi meandri come il corso di un fiume, creando una serie di virgole in una linea di curve ondulanti. Quando il vento aumentò la sua spinta in vigorose mosse, le colonne oscillarono, alcune crepe si aprirono in fessure di polvere grigia ed un rombo acuto come una saetta tuonò dalle profonde cavità fino a squarciare il mantello scuro. Qualcuno, dalla regia, lanciò l'allarme di un pericolo mai prima accaduto, ma soltanto simulato con prove generali, per la frana in corso e lo sgretolamento del vecchio scenario. Dopo tutta quella grande attesa durata millenni, come dopo un travaglioso parto elaborato, era finalmente arrivato il momento di assistere alla rappresentazione teatrale! Da dietro le quinte si svelò il bagliore di una fievole luce che, passo dopo passo, condusse sul palco una figura umana piccola ed esile: era un anziano signore, che di mestiere svolgeva il falegname, illuminato da una candela che teneva in mano. I capelli bianchi come la neve ed il volto stanco segnato da evidenti rughe raccontavano la storia dei tanti anni e la fatica compiuta da quell'uomo che, assiduamente, aveva lavorato con passione per costruire le creature vegetali, animali ed umane che avrebbero animato quell'ambiente universale. Il saggio artefice aveva disegnato, misurato, modellato, scolpito, intagliato e colorato ogni personaggio della commedia, dipingendo poi le scenografie di contesto, con tutti i fiumi, i monti, i laghi, le terre, i mari e gli oceani. Quando il mondo venne creato, affinché tutti gli esseri acquistassero la vita, l'anziano falegname soffiò delicatamente sulla fiamma della candela che reggeva e luce fu: un'aurora radiosa illuminò tutti i personaggi dell'universo, che iniziarono a respirare, a muoversi e ad osservare, fino ad esprimere ognuno la propria personalità. La natura intorno rifletteva le tonalità intense e vivaci delle tempere e degli acquerelli distesi sui pendii delle montagne e fatti rotolare sui dolci profili delle colline, per poi tuffarli con dense pennellate nel letto di torrenti canterini. La nascita del mondo venne battezzata da un potente raggio di Sole, la più grande stella splendente nel cielo che, ora, non conosceva soltanto la notte, ma anche la magia del giorno. L'umile falegname scelse per questa stella il nome di Sole, perché da quel giorno tutte le creature, appena l'avessero visto sorgere ad Est, avrebbero esclamato con immensa gioia: “Ecco il Sole, il S...olé! Evviva, evviva, luce e vita per tutti!”.

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