giovedì 7 marzo 2013

L'ARANCIO (A RANCIO) Racconto per bambini

Un giorno, in una modesta casa di campagna, sopra ad un tavolo di cucina rettangolare ricoperto da una tovaglia a quadretti bianchi e rossi, venne posto dalla signora Gina un cesto di frutta. Erano passate da poco le dieci di mattina, quando un lucente raggio di sole illuminò con una leggiadra carezza di saluto il cestello intrecciato di vimini contenente la frutta di stagione. L'inverno, quell'anno, aveva portato il freddo della neve e l'umidità della pioggia, ma aveva anche maturato i semi delle piante, regalando scorte di vitamine a volontà. Arance, mele, pere, castagne, uva, mandarini e mandaranci, insieme a banane e kiwi provenienti dalle terre tropicali, riempivano di forme e colori il centro di quella tavola, che sembrava rinnovata in un trionfo ridondante di gradevoli profumi. Solo a guardare quella composizione, si veniva attratti dalla rotondità dei volumi, dalla lucidità delle bucce o dalla loro porosità, in una mescolanza di gialli, arancioni, verdi e marroni, più o meno maturi, che erano un piacere per la vista, come assistere ad uno spettacolo della natura. La signora Gina, nonna dolcissima, esperta massaia e abile ricamatrice, era tornata soddisfatta dal mercato di prodotti genuini del suo paesello, con una bella spesa che avrebbe rallegrato anche i suoi nipotini. Con energica vitalità e sana costituzione, derivate in gran parte dalle corrette abitudini alimentari grazie alle quali era cresciuta per ottantadue anni, scelse la frutta meno acerba e la lavò con cura sotto un getto corrente d'acqua fresca. Avrebbe così preparato una buona merenda per i suoi pargoli e riuscì nell'intento, sbucciando alcune varietà di frutta, tagliandole a pezzetti ed aggiungendo gocce di limone, per ottenere una gustosa macedonia, decorata con spicchi di kiwi disposti a girandola. Con tre grosse arance, poi, ottenne delle dolci spremute dissetanti, ciascuna con una colorazione diversa: arancione classico del sole al tramonto, arancio medio con venature di giallo ocra e rosso carminio come i tetti delle case dipinti dai bambini. Come quando era piccola, Gina continuava a vivere con curioso entusiasmo la sorpresa di scoprire la tinta effettiva di ogni succo d'arancia, simile agli altri ma sempre differente, al momento che veniva versato nel bicchiere di vetro trasparente. Con il resto della frutta fresca, l'amabile nonnina decise di frullare le polpe insieme al latte di mucca, creando un nutriente succo, da far invidia alle bibite gasate, tutte bollicine e conservanti, che se ne stanno confezionate in rigide lattine metalliche. L'arrivo festante dei nipoti, venne accolto con gioia da Gina, che li abbracciò e li baciò teneramente, invitandoli a rifocillarsi in cucina. I bimbi, dopo aver corso e giocato tra i prati, rimasero affascinati da tutta quella frutta sulla tavola e si riversarono subito sulle invitanti spremute d'arancia. La nonna, assistendo compiaciuta alla scena, si avvicinò loro e raccontò la storia dell'arancio: Dovete sapere che state bevendo il nettare prezioso di un albero dai fiori bianchi molto profumati, dalle foglie ovali e dai frutti sferici che conosciamo. Se vi piacciono così tanto le arance e se questo frutto fa tanto bene alla nostra salute perché ricco di vitamina C, è merito del suo albero che, nel 1500, i Portoghesi importarono dall'Asia. – Sono buonissime queste spremute! Ma come mai, nonna, sono di colori diversi? – Perché esistono diverse varietà di arance e le principali in Italia sono: il biondo comune, quello cioè dal succo giallo-arancione, e arancia moro, dalle tonalità più scure, rossastre. – Come per le persone, quindi: siamo tutti uomini, ma ci sono gli europei, gli africani, i cinesi... – Esattamente, Luca, proprio così! Ed ora vi spiego anche perché, secondo me, l'albero delle arance si chiama così: perché i suoi frutti nutrono come un rancio (a rancio), ossia come un pranzo collettivo. – Infatti noi stiamo facendo una merenda tutti insieme! – esclamò Luca. Sì, ma c'è così tanto da mangiare, tra spicchi di frutta, macedonia e frullati, che sembra più un pranzo! – intervennero in coro gli altri due cugini. La prossima volta vi preparerò anche degli squisiti canditi e delle appetitose marmellate da spalmare sul pane caldo. Siete contenti? – Sìììì! Allora è proprio importante l'arancio, perché ha pensato anche alla nostra crescita. – affermò Matteo. E la sua storia continuerà la prossima volta che torniamo qua. Vero, nonna? – domandò Fabio. Certo, vi racconterò un'altra interessante novella sulla frutta! – sorrise loro nonna Gina.

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