sabato 18 gennaio 2014

LA NOTTE (NO TE) Racconto per bambini

Nella notte dei tempi, quando i venti freddi ululavano sulle terre deserte ed i lamenti disperati degli uomini non ricevevano risposte, si restava prigionieri di storie inventate e leggende fantastiche che provavano a spiegare i “perché” della vita. Si raccontava che giganteschi mostri dall'animo cattivo, abitanti nelle sperdute caverne sui monti, al calar della sera scendessero a valle per impaurire la povera gente. Appena il sole tramontava e la luce spariva all'orizzonte, si sentivano rimbombare con echi vertiginosi i passi pesanti e spaventevoli di quegli esseri spregevoli che portavano orrore e distruzione. Tutto abbattevano al loro passaggio, agitavano gli animali e creavano scompiglio tra tutti coloro che venivano sovrastati dalle loro sproporzionate ombre nere. La notte, intanto, diventava padrona del mondo intero, avvolgendolo con il suo gelido mantello scuro ed impedendo alle stelle di brillare nel cielo, per togliere ai terrestri la possibilità di sognare. Gli uomini correvano, scappavano dalla sorte così avversa e si rifugiavano, quando potevano, al chiuso delle proprie dimore, pregando le divinità di giungere in loro aiuto. Gli antenati dell'uomo moderno credevano che il buio, il dolore ed il male fossero conseguenze dei loro comportamenti sbagliati, delle loro mancanze e dei loro peccati, da dover espiare per rivedere la luce della salvezza. Ecco allora che si adottarono soluzioni condivise: recitare frasi di perdono, inginocchiarsi davanti al focolare, abbracciare i membri della famiglia ed impegnarsi per diventare persone più buone. Non sempre, però, i risultati arrivavano subito ed occorreva avere molta pazienza, prima di rivedere un'alba nuova. Gli dèi, dall'alto dell'Olimpo, discutevano e si ingegnavano per riportare la pace sulla terra, lanciando fulmini contro i mostri malvagi, facendo riflettere gli umani e ristabilendo le condizioni climatiche. La notte poteva essere sconfitta nell'arco di poco tempo, se le forze divine erano più potenti, come pure dopo molti combattimenti lunghi ed estenuanti, che causavano vittime, feriti, epidemie e rassegnazione. Una rassegnazione generale che stancava gli dèi, deprimeva gli uomini e rendeva il paesaggio intorno brullo e desolato, come segnato da eterne foglie autunnali. << No te ! No te ! No te ! >> un urlo squillante ruppe l'assordante silenzio succeduto ad una guerra persa. Ci si rese conto che quelle sillabe ripetute provenivano da un'umile capanna illuminata da legna ardente. Una giovane madre aveva preso in braccio il suo bambino che, in piena notte, aveva fatto un brutto incubo e si era svegliato gridando “no te !”. << No te ! Vai via, notte, non voglio più vederti, notte brutta e cattiva! >> continuava a ripetere il bimbo piangente. Piccolo era il bambino, ma grande il suo potere, superiore a quello dei mostri , delle divinità e degli uomini adulti, nel riuscire a sconfiggere la notte e a ridare al mondo la gioia del giorno. E luce fu, col chiarore del sole che subito tornò a riprendere posto sul suo carro infuocato!

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