martedì 5 gennaio 2010

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO

Innanzitutto vorrei fare una premessa forse banale e scontata, ma che può rivelarsi utile a quella parte di cittadini un po' distratta e frastornata dalle attuali vicende politiche italiane: il Presidente della Repubblica Italiana è, ad oggi, Giorgio Napolitano, mentre quello del Consiglio rimane, ancora ad oggi, Silvio Berlusconi.

La sera del 31 Dicembre 2009, come di consueto per ogni fine d'anno, il Capo dello Stato ha rivolto il suo messaggio augurale agli Italiani, in diretta sulle tre reti televisive pubbliche.
Napolitano ha tracciato un breve riepilogo dei fatti politici, sociali ed economici avvenuti in Italia nell'anno trascorso, usando un metodo a mio avviso distaccato, caotico e diplomatico. Sono stati elencati, quasi in maniera schematica, i principali eventi di portata nazionale, insieme alle disastrose e ripetute calamità naturali, uniti infine alla spietata crisi finanziaria, senza procedere con distinzione e rispetto verso le diverse questioni, e farcendo a profusione i discorsi con le scontate parole d'auspicio: “coraggio”, “ottimismo”, “dialogo”, “pace” e “amore”.
Nello specifico, mantenendo la sua solita sobrietà di stile ed invitando tutti alla convivenza civile, il Presidente ha annunciato che la Costituzione è tranquillamente modificabile e che la sua seconda parte può essere riformata, se risponde ad un interesse generale. Non credo, però, che la volontà di cambiare la Costituzione derivi da una richiesta collettiva, come pure non riesco ad immaginare un'educazione civica che esuli dal rispetto degli attuali principi costituzionali.
Sono stati poi rammentati con così poca attenzione e compassione i terremotati dell'Aquila e di Messina, insieme ai loro cari morti, e sono state lasciate nel dimenticatoio le vittime della strage ferroviaria di Viareggio, che non ha ancora alcun indagato.
Giorgio Napolitano ha inoltre ribadito un tema affrontato nel messaggio di fine 2008, cioè l'immigrazione, da salvaguardare come bene d'aiuto alla comunità, ed ha evidenziato come i giovani precari e la questione meridionale siano due laceranti piaghe sociali, dimostrando di volersi impegnare per emarginarle, ma senza spiegare come, con quali mezzi e risorse – se esistono – intervenire. A tal proposito, citando nobili esempi di impegno politico (come il Presidente degli Stati Uniti d'America) che dovrebbero stimolare l'Italia a crescere, Napolitano ha nuovamente evitato di indicare quali sono i precisi insegnamenti da seguire.
Portando avanti con pacata diplomazia il suo ruolo di conciliatore e di mediatore politico, il Capo dello Stato ha ampliato il suo annuncio, ricordando due recenti fatti di cronaca che hanno avuto come protagonisti e vittime di aggressioni due simboli del potere: Berlusconi e il papa Benedetto XVI. Il berlusconismo e la Chiesa, non potevano infatti non essere nominati in una sede ufficiale come questa e non essere considerati due poteri forti dello stivale, oltre alle banche, alla Confindustria ed alle associazioni mafiose, che operano in modo occulto, ma laborioso...... .

Nessun commento:

Posta un commento